Da una parte la vignetta di Natangelo, pubblicata oggi sul Fatto Quotidiano, che non fa ridere e appare solo denigratoria nei confronti di una persona, Arianna Meloni, che non ricopre incarichi pubblici ma ha la sola colpa di essere la sorella del presidente del Consiglio. Dall’altra Federico Palmaroli, in arte Osho, quello delle vignette che ogni giorno fanno sganasciare dal ridere (queste sì, caro Natangelo) in prima pagina sul Tempo.
Dopo le polemiche esplose sulla vignetta del Fatto, quasi tutto l’arco costituzionale si è schierato a difesa di Francesco Lollobrigida e di sua moglie. Attestati di solidarietà sono arrivati dal Pd, dal centro, da destra e da sinistra (fatta eccezione, al momento, della femminista Elly Schlein). “Il Fatto Quotidiano ha come marchio di fabbrica l’aggressione – ha detto Matteo Renzi – L’aggressione mediatica alla persona, alla famiglia, soprattutto alla donna: oggi è la Meloni, ieri eravamo noi, domani saranno altri”. Gli ha fatto eco Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, invitando l’autore della vignetta a prendersi una vacanza visto il contenuto “sessista e disgustoso”. E via dicendo tutti gli altri, fatta eccezione per Giuseppe Conte (“la satira non è né bella né brutta”) e per alcuni colleghi di Natangelo (“Azzeccatissima, gli ho fatto i complimenti”, ha esultato Vauro).
Per approfondire
- Vignetta Meloni, Conte liscia il pelo a Travaglio (e si copre di vergogna)
- Disperati e rancorosi: la vignetta del Fatto su Meloni fa schifo
Tra i colleghi vignettisti a non prendere le difese dell’autore del Fatto c’è però “Osho”. “Io ho sempre detto che esiste il diritto di satira e la satira deve essere lasciata libera di agire senza paletti – ha spiegato in una intervista all’Adnkronos – che peraltro non sono mai obiettivi, ma in questo caso si è esagerato. A me Natangelo piace, è un bravo ragazzo, ma a differenza di altre occasioni non me la sento di difenderlo, è andato troppo oltre e doveva essere stoppato”.
Lungi da noi immaginare che la satira debba essere censurata. Ma una cosa è impedire a Natangelo di dire la sua. Un’altra è non poterlo neppure criticare, pena la lesa maestà. “Natangelo è bravo – insiste Osho – ma stavolta ha fatto un’allusione molto grave, entrando in una dinamica coniugale, e alludendo ad un tradimento extraconiugale. Mi è sembrata una cosa fuori luogo ed esagerata. Sinceramente capisco l’orientamento di un giornale, ma se l’avessi fatta io sul Tempo contro uno di sinistra non me l’avrebbero fatta passare”.
Il ragionamento del vignettista è semplice e logico. Per far passare lo stesso messaggio, senza offendere nessuno né scatenare l’attuale putiferio, bastava “mettere una donna qualsiasi con un uomo nero qualsiasi, per far capire il concetto”. Invece Natangelo ha voluto strafare: “La cattiveria si presuppone che si possa evitare, e questa mi è sembrata un pò troppo cattiva”.