Garantire il diritto d’asilo per lo straniero a cui venga impedito nel suo Paese l’esercizio delle libertà democratiche. Questa l’indicazione, o meglio il monito, di Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica è intervenuto alla diciassettesima edizione degli Stati generali della diplomazia alla Farnesina e si è soffermato sul dossier immigrazione con toni da leader di sinistra: “Ci sono dei “principi definiti dalla Costituzione, agli articoli 10 e 11” e, tra questi, c’è il diritto di asilo per lo straniero cui venga impedito nel suo Paese l’esercizio delle libertà democratiche. Viene spontaneo chiedersi quale posto abbia la diplomazia, rispetto ad atteggiamenti e a forze – anche di natura non statuale – che si propongono di intaccare la cornice di norme e principi statuiti per assicurare ai membri della comunità internazionale interazioni stabili e ordinate secondo regole riconosciute e valide per tutti”.
Mattarella ha poi aggiunto che gli stessi drammi migratori sono talvolta oggetto di gestioni strumentali da parte di alcuni Stati, per trasformarli in minaccia nei confronti dei vicini, in palese violazione di convenzioni internazionali liberamente sottoscritte: “Siamo di fronte al paradosso di una società globale sempre più interconnessa e interdipendente che attraversa una fase in cui si affacciano nuovamente, con ricette stantie, le sirene del settarismo nazionalistico, etnico, quando non arbitrariamente religioso. Divisioni e fratture profonde si moltiplicano”.
In altri termini, Mattarella si è schierato al fianco delle decisioni dei giudici in maniera di immigrazioni. Decisioni in palese contrasto con la linea del governo, basti pensare alla guerra dichiarata – anche pubblicamente – al modello Albania, con la bocciatura dei trasferimenti di migranti nei centri costruiti nel Paese di Edi Rama. Un esempio per l’Europa, un piano ammirato dai leader occidentali, ma osteggiato dalla sinistra. E anche dai giudici, ovviamente. Con il suo intervento alla Farnesina, il capo dello Stato ha ribadito il suo appoggio alle toghe, forse anche rispondendo a quanto sostenuto dal premier Giorgia Meloni nel suo intervento ad Atreju: “Se chi sbarca in Italia ha l’unico obiettivo di restare in Europa, sbarcare fuori dai confini cambia tutto”.
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Non è la prima volta che Mattarella interviene sul tema, a testimonianza del suo interesse sul dossier. Recentemente, sempre a proposito delle sentenze dei giudici contro la linea del governo sui migranti in Albania, il presidente della Repubblica aveva persino attaccato Elon Musk, reo di aver criticato le toghe. Ma ci sono alcuni dati di fatto che non possiamo ignorare, con il massimo rispetto nei confronti del capo dello Stato. Innanzitutto i numeri: migliaia di richieste di asilo vengono respinte ogni anno sia in Italia che in Europa. I dati del 2023 non lasciano grossi margini di interpretazione: oltre 1 milione di richiedenti asilo bocciati nel Vecchio Continente. In Italia, il 90 per cento delle persone che chiede protezione non ne ha diritto. Ma è sufficiente citare quanto accaduto con il piano Albania: respinte tutte e 12 le richieste di asilo del “primo gruppo” di stranieri e 5 su 7 del “secondo gruppo”.
Poi bisognerebbe anche guardare i dati dei crimini dei migranti, con buona pace di buonisti e compagnia cantante. Certo, Mattarella non può prendere in considerazione l’idea di snocciolare i numeri di omicidi, stupri e rapine degli stranieri, ma noi sì. E lo abbiamo fatto a più riprese, sottolineando come si tratti di un’emergenza senza precedenti. La cronaca quotidiana ci offre un ulteriore assist. A Padova, infatti, un nigeriano ha impugnato un’ascia e si è scagliato contro due poliziotti. Non si tratta della classica azione di chi vuole pagarci le pensioni, ma un crimine orrendo da parte di un “irregolare, richiedente asilo con rigetto dell’istanza e gravato da alcune denunce per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale”. Fortunatamente nulla di grave per gli agenti, che hanno bloccato l’uomo sparandogli alle gambe. Ma casi di questo tipo dovrebbero portare a riflessioni più approfondite. E di tenore diverso rispetto a quelle del Quirinale…
Franco Lodige, 15 dicembre 2024
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