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No, meno evasione non vuol dire meno tasse

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Ieri il presidente della Repubblica Mattarella è tornato su un tema a lui evidentemente caro, e cioè la lotta all’evasione fiscale. Tra le altre cose ha detto: «L’evasione fiscale è calcolata, nell’ultimo documento ufficiale dell’anno passato, circa 119 miliardi di euro: una summa enorme. Se scomparisse, le possibilità di aumentare pensioni, di aumentare stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga, e così via, sarebbero di molto aumentate».

Ci permettiamo di dissentire almeno su un punto. L’idea che contrastare l’evasione fiscale permetta di «abbassare le tasse» è una buona intenzione che spesso i giuristi hanno in testa, ma che, nella pratica, non avviene mai. Le maggiori imposte recuperate dal contrasto all’evasione sono sempre e solo state utilizzate per finanziarie nuovi programmi di spesa: mai per ridurre (a scelta) l’Irpef, I’Iva o l’Ires. Al contrario, dopo aver denunciato l’elevato tasso di illegalità tributaria, si inventano marchingegni per rendere la vita più difficile ai contribuenti, si alzano le aliquote e si mettono le manette. Il fine ottimo sarebbe quello di «abbassare le tasse» come dice Mattarella, ma la realizzazione pratica invece è quella di aumentarle per chi già le paga.

Lasciamo da parte per un attimo le questioni di principio e andiamo a quelle pratiche. Così da essere più concreti. L’anno scarso l’Agenzia delle entrate ha riscosso (cioè portato a casa) la bellezza di 10 miliardi di euro «occultati o non versati». Circa il 10 per cento in più rispetto all’anno precedente, e, dunque, aveva già fatto il suo sporco risultato. A questa montagna di quattrini si devono poi sommare tre miliardi derivanti da misure straordinarie, e cioè più o meno condoni. Il totalone è di quasi venti miliardi di evasione recuperate. Allora, se dovessimo prendere alla lettera ciò che dice Mattarella si dovrebbe ritenere che negli ultimi due anni la pressione fiscale sia diminuita almeno di una trentina di miliardi di euro. Quest’anno, se andrà bene, ci sarà una mini riduzione del cuneo fiscale da tre miliardi. E imposte aggiuntive doppie. Dunque la pressione fiscale di fatto aumenterà.

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