La nuova emergenza

“Perché non è allarmante”. Vaia smonta le paure sul vaiolo delle scimmie

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vaiolo francesco vaia

Nemmeno il tempo di diffondersi in mezzo mondo, che il vaiolo delle scimmie sembra già fare più paura del coronavirus. La Gran Bretagna ha deciso di vaccinare tutti i contatti stretti dei casi confermati. Gli Stati Uniti stanno lavorando per capire se e quale prodotto è il caso di inoculare. Joe Biden si dice preoccupato e invita tutto il mondo a mettersi in allerta. I virologi tornano in voga, chi pure suggerendo astinenze sessuali vari. E Oms, Ecdc, Ema e i vari istituti italiani fanno il loro lavoro, predicando cautela.

Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto Spallanzani, che ha in cura tre dei cinque casi di vaiolo delle scimmie registrati in Italia, invita però a non fare dei precoci allarmismi. “È una malattia lontana parente del vecchio vaiolo – spiega a Quarta Repubblica – È un fenomeno affatto allarmante ma che merita doverosamente attenzione”. Anche perché, per ora, “le persone ricoverate hanno una sintomatologia abbastanza lieve. Non è un quadro allarmante”.

I casi italiani sono tutti collegati alle Canarie. “Il contagio avviene per contatto stretto: fluidi, liquidi biologici, rapporti molto stretti”, dice Vaia. “In alcuni Paesi si è verificata una crescita, ma parliamo sempre di un fenomeno contenuto”. Proprio allo Spallanzani furono ricoverati, ricorderete, i primi due cinesi positivi al coronavirus. Era il 2020. “Prima di capire se può essere mutato, dobbiamo prima isolare il virus – insiste Vaia – ma non parliamo cose che ancora non conosciamo. Prima lo isoliamo e poi vediamo, e allora capiremo se chi è vaccinato è già protetto anche contro questo”.

da Quarta Repubblica del 23 maggio 2022

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