La tradizione si fonda sul ripetersi di riti e simbologie. Senza il valore dei simboli non può esistere la tradizione e, senza di essa, viene meno la nostra identità. Elemento caratterizzante della nostra identità di italiani ed europei è il cristianesimo che ha nel Natale la sua principale ricorrenza. Attorno alla festività del Natale, oltre all’originaria simbologia sacra, si è sviluppata negli ultimi decenni una nuova simbologia profana fondata sul consumismo.
Un risvolto del Natale che è entrato a far parte delle nostre usanze ma che rischia di snaturare il vero senso della festività e soprattutto di cancellarne il significato cristiano. Simbolo per eccellenza del Natale è il presepe il cui fascino si trasmette immutato da secoli. La sua genesi risale al 1223 quando San Francesco d’Assisi, tornando dalla Terra Santa, mise in scena la natività nel paese di Greccio che gli ricordava Betlemme. Da quel momento il presepe è diventato un emblema imprescindibile del Natale. Eppure negli ultimi anni, complice la crescente secolarizzazione, il presepe è stato sempre più sostituito con altre forme di celebrazione o addirittura eliminato.
Cancellare il presepe è un modo per ridefinire il senso stesso del Natale, non più una ricorrenza cristiana bensì una generica festività che deve perciò essere espunta da qualsiasi riferimento religioso. Un tentativo che si verifica con episodi di cronaca sempre più frequenti per cui la realizzazione del presepe e della natività non si svolge per “non urtare le altre religioni”. Nonostante ciò, non può esserci Natale senza presepe e, nella nostra memoria di bambini, il Natale significava fare il presepe con i nostri nonni, così come osservare nelle strade delle nostre città e dei paesi i presepi viventi, straordinaria tradizione che si perde nei secoli.
Papa Benedetto XVI afferma che “il presepe è espressione della nostra attesa, che Dio si avvicina a noi, che Gesù si avvicina a noi, ma è anche espressione del rendimento di grazie a colui che ha deciso di condividere la nostra condizione umana, nella povertà e nella semplicità”. Riscoprire la semplicità e al tempo stesso il profondo valore del presepe, conservarne il significato, perpetuare la realizzazione, educare i bambini al suo valore, è non solo un modo per celebrare il Natale in tutta la sua autenticità ma per ricordarci chi siamo e qual è la nostra tradizione. Non è poco di questi tempi.
Francesco Giubilei, 24 dicembre 2022