Il funerale

“Perché proprio Giulia?”. Cosa c’era nel discorso di papà Cecchettin

Alle esequie della giovane uccisa da Filippo Turetta il grido di dolore della famiglia. Presenti Zaia e il ministro Nordio

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Gino Cecchettin funarali giulia

Oggi si sono celebrati i funerali di Giulia Cecchettin, la ventiduenne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. La cerimonia ha avuto luogo prima nella Basilica di Santa Giustina a Padova e poi in forma privata a Saonara.
All’uscita il feretro è stato accompagnato in sottofondo con la colonna sonora del film ‘Il favoloso mondo di Amélie’, una delle canzoni preferite della giovane. Il corteo funebre ha poi proseguito verso il cimitero di Saonara, dove Giulia verrà tumulata accanto alla madre.

Ai funerali erano presenti numerosi parlamentari, tra cui Antonio de Poli, Laura Boldrini, Alessandro Zan, Andrea Martella. Per le autorità locali, il presidente del Veneto Luca Zaia, quello del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, il sindaco di Padova Sergio Giordani, molti sindaci con il presidente regionale Anci, Mario Conte, la rettrice dell’università Daniela Mapelli. Presente anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio che, durante il momento dello scambio della pace, si è avvicinato al Gino Cecchettin, il padre della vittima, e l’ha abbracciato. Un abbraccio che non è mancato neppure da parte del presidente del Veneto e alcuni dei sindaci presenti.
Lo stesso Zaia che, alla fine dei funerali, in un messaggio condiviso su Facebook, ha riportato le parole del signor Cecchettin, invitando ad ascoltarle tutti, e leggerle nelle famiglie e a scuola, “per affrontare insieme il flagello della violenza di genere“.

Un padre il cui amore per la figlia, nonché la sua battaglia in onore del suo ricordo, sono emersi dal discorso tenuto durante la cerimonia. “Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea, che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti”.

Un discorso in cui il padre della ventiduenne ha ribadito quanto detto in questi giorni sul tanto delicato tema del femminicidio, descrivendo questo crimine efferato come il “risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro che avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia?”.

Un messaggio in cui il signor Cecchettin ha messo in evidenza “la responsabilità educativa” che “coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione…”
Un uomo che si è rivolto innanzitutto agli uomini, “perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali. Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto”.

Un padre che si è rivolto altresì ai genitori, invitandoli “con il cuore” a insegnare “ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte”, mettendo al centro l’ importanza del “dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro”.

Il signor Cecchettin ha proseguito sottolineando quanto sia “essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all’esperienza di chi è più anziano di loro”, mettendo in evidenza il bisogno di “ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto”.
Per questo motivo il papà di Giulia ha sottolineato l’ importanza della scuola che, a sua detta,” ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli”, e quindi la necessità di “investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l’importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza”.

Nemes Sicari, 5 dicembre 2023

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