Politica

La corsa al voto

Perché quella di Letta sul bus (elettrico) è una figura di…

Era scontato finisse così, con il pulmino fermo causa batteria scarica. Ma Enrico insiste

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Il bello, o il brutto, è che sapevano già sarebbe finita così. Quando Enrico Letta annunciò la decisione di girare l’Italia a bordo di un mini bus elettrico lo stesso segretario dem ammise che sarebbe stato difficile, perché di colonnine per la ricarica per strada se ne trovano pochine. “Fare un giro d’Italia con un minibus elettrico è praticamente impossibile – disse – siccome a noi le sfide impossibili piacciono, abbiamo deciso di farla, nonostante tutte le difficoltà: quindi gireremo l’Italia con un minibus elettrico”. Bene, bravo, bis. Ma la cosa incredibile è che nessuno nel suo staff abbia pensato all’effetto mediatico che ne sarebbe scaturito.

Ormai la politica è molto storytelling, Letta dovrebbe saperlo, e non puoi prestare il fianco ai fallimenti. Gli strateghi dem avrebbero dovuto immaginare la storia e pensare a pro e contro di una scelta simile. Proviamo a vederli.

Nella colonna dei vantaggi c’è forse la conquista del voto “green” di ambientalisti e giovani, dunque di una parte marginale dell’elettorato peraltro consapevole (forse) che l’elettrico in Italia è ancora molto indietro e che seguire le politiche Ue costerà lacrime e sangue all’industria automotive italiana.

Nella colonna degli svantaggi, invece, di punti a sfavore che ne sono a bizzeffe e bastava immaginarsi la scena: il Pd indietro nei sondaggi, un segretario che fatica a farsi votare, gli avversari che corrono veloci e tu che arranchi a bordo di un lento minibus elettrico. Il tutto mentre ti proponi come colui il quale deve risolvere la nostra indipendenza energetica e virare sul green. Poi succede che il bus ferma, ti lascia per strada e mezza Italia parlerà di te solo perché sei rimasto appiedato e non per le tue proposte politiche. Era ampiamente prevedibile, eppure nessun marketing manager del Pd ci ha pensato. Ai dem piacciono i suicidi politici e mediatici. E questo lo è a tutti gli effetti.

Va detto poi che il Pd gode di buona stampa e dunque i grandi giornali (Repubblica, Corriere e La Stampa) ieri riportavano la notizia all’interno dei pezzi di cronaca locale, senza titolarci e senza dargli eccessivo rilievo. Ma social e internet non perdonano. Dunque oggi tutti sanno che Letta è arrivato in ritardo a Torino, città dell’auto a motore endotermico, per colpa del bus elettrico. Grande idea. “Questo tour con i mezzi elettrici si rivela una bellissima occasione per raccontare al Paese che la mobilità sostenibile deve essere il futuro”, ha provato a rimediare il segretario dem. Già, ma è anche un’occasione irripetibile per fare una figura di palta (politicamente parlando). Per non dire di peggio.

Franco Lodige, 12 settembre 2022