Draghi, che non ha problemi di carriera non essendo un parvenu e avendo ormai già ricoperto i ruoli politici più prestigiosi, da premier (anche a termine) agirebbe solo per la gloria, e cioè per l’interesse nazionale. Europeista convinto, ma anche per carattere, oltre che per statura, non genuflesso e non succubo di chi oggi comanda a Bruxelles, egli potrebbe essere utile a Salvini per uscire dal cul de sac in cui si è cacciato in Europa. Senza necessità, per questo, di abdicare a certe sue posizioni giustamente critiche sul modo in cui è venuta costituendosi l’Unione e la stessa moneta unica europea.
Corrado Ocone, 19 agosto 2020