Che un filosofo (sia pure del diritto) si occupi della discussione intorno alla formazione del nuovo governo potrà apparire strano e se volete pure lo è. Ma leggiamo tutti i giornali, se vogliamo essere informati, e allora oltre ad irritarti perché spesso sui giornali regna la disinformazione, ti vengono anche in mente cose sulle quali alcuni partiti dovrebbero riflettere. Meloni ha vinto ma non stravinto: insomma non potrà fare a meno di ascoltare anche le richieste di Berlusconi e di Salvini.
A quanto si apprende dalla stampa la Lega avrebbe richiesto 4 o 5 Ministeri e per Salvini quello degli Interni.
Non mi interessa ora avanzare la ben nota obiezione della reazione di Mattarella quando dovesse vedere quel nome in quel posto. Certo si creerebbe un problema, abbiamo già fatto l’esperienza di Savona ma qui la cosa ovviamente sarebbe molto più grave trattandosi del segretario di un partito.
Ma ripeto non è su questo che intendo insistere: mi chiedo se a Salvini oggi convenga ricoprire quel ruolo, tenendo presente la grave crisi sociale a cui andiamo incontro. Sarà un autunno freddo nelle case ma caldo nelle strade. Meglio stare oggi alla lontana da quel Ministero.
A Salvini potrebbe interessare come alternativa il ministero delle Infrastrutture. Anche questa sarebbe una scelta infelice. Al crollo del primo ponte la colpa sarebbe di Salvini magari ritratto mentre si beve una cioccolata calda con la fidanzata e poi finirebbe in un ministero che è un covo di “comunisti” che gli renderebbero la vita difficile. Perché rovinarsi la vita? Se proprio vuoi un ministero col portafoglio l’Agricoltura è l’ideale. Potresti combattere contro Bruxelles in favore dei contadini, allevatori, pescatori italiani e strappare consensi.
Senza portafoglio c’è sempre il Ministero di quelle autonomie che il Nord reclama da tempo. Anche lì Salvini potrebbe recuperare consenso e rilanciare il partito partendo dalle autonomie.
Ultima considerazione: più che del governo Salvini dovrebbe occuparsi del suo partito e stare nel governo sì, ma senza esporsi troppo.
Paolo Becchi, 6 ottobre 2022