Il caso clamoroso dell’omicidio di Giulia Cecchettin? Perché sia diventato clamoroso e abbia innescato marce, assalti ai centri antiaborto e lotta al patriarcato lo sa solo chi ha dimestichezza con le redazioni. Funziona così: una testata punta il riflettore, magari solo perché quel giorno non c’era altro di stuzzicante; gli altri direttori, ansiosi di non avere un «buco» in prima, si accodano e in breve tutti i riflettori sono puntati sull’ultima quota rosa ammazzata. Perché proprio su quella di Giulia, che non ha niente di speciale rispetto alle altre, altri di cui le testate anzidette ci danno ogni volta il numero esatto aggiornato? Per un puro caso, e per l’insipienza dei giornalisti.
È così che da venti e passa giorni il caso Giulia apre i notiziari e li tiene aperti per buona metà. Il pubblico ha il diritto di sapere! Balle, come diceva Solgenitsin il pubblico ha anche il diritto di non sapere quel che non gli interessa più di tanto o ciò che lo costringe a rispondere in politicamente corretto quando il cretino armato di microfono lo intervista per strada, pena il linciaggio con tanto di indirizzo e telefono sparati sui social. Ora, poiché dagli anni Settanta non fanno che ripeterci che le donne sono meglio degli uomini, e che perciò quando martellano in testa il marito che dorme è perché lui era cattivo, alle sinistre – sempre loro – a corto di idee contro il governo di destra non par vero di aver trovato un insperato slogan dietro cui sfilare. E che cosa propongono, come sempre? Parole.
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Certi politici di destra – si fa per dire – subito se la fanno sotto e si accodano, con esiti per forza di cose grotteschi. Non vedo l’ora che si ri-voti, perché sono stati votati per fare e dire cose di destra e invece tremano di paura davanti alle parole – ripeto, solo parole- delle sinistre. Le quali, chiacchiere&distintivo, possono però contare su quel che i moderati non si sentono di fare: scendere in piazza a fare a botte con la polizia. Mai un prefetto, mai un questore che vietino la manifestazione. Sono tutti sinistri o anche loro hanno paura? Bah, ma che votiamo a fare? Che smettiamo a fare di comprare i giornali? Perché a un intero canale televisivo Rai si permette di remare ossessivamente contro la destra? Perché il presidente americano una volta al comando può praticare lo spoiling system e noi no?
Quanto alle donne, solo le più anziane sanno ormai che cosa hanno perso. Nel fatidico 1968 facevo l’ultimo anno di liceo scientifico ed ero cotto di una che faceva il classico. Mi svegliavo all’alba per farmi trovare “per caso” sotto casa sua quando usciva per andare a scuola e le chiedevo gentilmente se potevo accompagnarla. Accompagnatala, mi scapicollavo di corsa per attraversare la città ed essere al mio, di liceo, all’ultima campanella. Avevo sette minuti, ma facevo atletica ed ero mezzofondista. Tutte le mattine. Quando finalmente, dopo mesi di corteggiamento, capitolò, solo alla quarta uscita mi consentì di prenderla per mano. Al cinema, dove eravamo andati in dieci, e solo quando si spegneva la luce. Ed ero felice. E anche lei lo era.
Giocavo a basket e un sabato che c’era una festicciola in casa di lei – coi genitori nell’altra stanza- commisi apposta un fallo per farmi buttare fuori e poter rivestirmi e correre alla festa. A festa finita, man mano che le ragazze uscivano, i genitori di lei telefonavano ai genitori di ciascuna per avvertire che la figlia era appena uscita. Ovviamente, tutti noi maschietti “patriarcali” ci facevamo in quattro per i begli occhi delle ragazze, le quali non sapevano che dalla poesia romantica sarebbero passate da lì a breve alla prosa, una prosa che, a furia di marce, slogan, “diritti”, è precipitata ai livelli dei marciapiedi davanti ai pub londinesi. Fateci un giro, è istruttivo del livello di civiltà a cui abbiamo permesso di precipitarci.
Rino Cammilleri, 28 novembre 2023