Il nuovo obiettivo di Volodymyr Zelensky è il ponte di Kerch, l’infrastruttura lunga 18 chilometri che collega la Crimea al territorio della Federazione Russa, costruita su volere di Putin dopo l’occupazione della penisola nel 2014. Nella giornata di ieri, il leader ucraino ha affermato chiaro e tondo che il ponte è “un oggetto nemico costruito al di fuori della legge, del diritto internazionale e delle norme applicabili” e per questo “è nostro obiettivo che deve essere neutralizzato”.
Obiettivo Crimea
Poche ore fa, Kiev ha messo in pratica l’annuncio di Zelensky. In mattinata, infatti, si sono verificate nuove esplosioni nella penisola e, secondo i media locali, sarebbe stato colpito un deposito di munizioni russo. Il tutto ha anche portato il momentaneo blocco del traffico sul ponte di Crimea, poi ripristinato ad emergenza rientrata.
L’infrastruttura, comunque, è importante per Mosca sotto almeno due profili essenziali. Il primo: quello simbolico, rappresentante il dominio russo sulla penisola e sull’Ucraina. La costruzione del ponte di Kerch è divenuto innanzitutto il legame indissolubile che unisce il territorio alla Federazione, più volte sottolineato anche dallo stesso Vladimir Putin.
L’obiettivo di Zelensky
Il secondo, invece, è quello militare. Dal ponte di Crimea, infatti, passano munizioni, alimenti, mezzi militari essenziali per proseguire la guerra in Ucraina. Un’eventuale interruzione del regolare traffico lungo l’infrastruttura taglierebbe nei fatti i soldati russi presenti nella penisola, isolandoli e abbandonandoli al fuoco ucraino. Ed è proprio su questo punto che Zelensky vorrebbe spingere, soprattutto dopo la positiva controffensiva dello scorso agosto, che ha riportato in mano ucraina le aree intorno a Kherson (a pochi chilometri dalla parte settentrionale della Crimea).
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L’attacco al ponte di Kerch, in sostanza, si tradurrebbe come un efficace tentativo di smilitarizzazione della Crimea, rendendo decisamente più concreta (ad oggi, comunque, ancora molto remota) l’ipotesi di un ripristino della sovranità ucraina, ormai perduta da quasi dieci anni.
Nel frattempo, sul lato della cronaca di guerra, un giornalista dell’agenzia di stampa russa, Ria Novosti, è rimasto ucciso durante un bombardamento ucraino, come riportato dagli stessi media russi, specificando che è successo nella regione di Zaporizhzhya. Anche il fotografo che accompagnava il corrispondente militare è rimasto ferito. Si tratterebbe, secondo i dati messi a disposizione dall’Unesco, del tredicesimo giornalista che ha perso la vita dall’inizio del conflitto.
Matteo Milanesi, 22 luglio 2023