Commenti all'articolo “Perdonami compagno”. Storia di un diario dal fronte
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Laval
5 Febbraio 2021, 7:13 7:13
In una guerra non esiste la pietà, una delle parti deve soccombere dove
nel vincitore non esiste la vittoria, ma lo sgomento per quanto è stato fatto.
L’unico modo è eliminare la guerra nel suo nascere, contrapponendosi a coloro che la fomentano nell’odio, nel rancore, nella vendetta.
Non ci può essere il perdono per la dittatura in cui i diritti civili sono affidati al singolo rappresentante e va debellata prima che divenga una realtà consolidata.
Il dialogo iniziale è nella comprensione delle parti, ma allevare una serpe in seno è la configurazione del male stesso.
Mariano Marini
4 Febbraio 2021, 23:38 23:38
Ovviamente questo vale anche per Conte. Ora che ha smesso di spararci addosso possiamo anche avere pietà.
Fabio
4 Febbraio 2021, 23:33 23:33
Tutto vero … spesso siamo in guerra con le idee … chi le incarna poi, scopriamo che non è poi diverso da noi
Nicola DIANA
4 Febbraio 2021, 21:25 21:25
Alcune persone, nell’insieme odierno, e purtroppo nella brevità della propria esistenza, taloro anch’essi diventano autori talché a “pugnalare formule ” . Esse formule presistenti nell’inconscio , nella sostanza della propria prudenza, ovvero nel “materialismo” delle circostanze derivanti da paure protette da orgoglio , peccano e penetrano nel sentimento del tale altro. La “formula” nel XXI secolo , dalchè malgrado, diventa un “prius” concettuale di se medesimi di taloro che a richiamo ripetitivo in uguale modo al pugnalare il nemico della grande guerra portano a sofferenze che sembrano astratte, ma danno dolore notevole a soggetti vicini nella società. E chi subisce la “formula” come pregiudizio, diventa il soldato moderno della grande guerra della moderna evoluzione delle relazioni intersoggettive.
Nicola DIANA ( Niko PIANTARELLI) 04 Febbraio 2021
Silvia
4 Febbraio 2021, 21:08 21:08
Bellissimo articolo, bellissimo libro, dovremmo leggerlo più spesso, anche noi, oggi, viviamo una guerra fcondotta a parole, gesti, sguardi.. Dovremmo ricordarci che di fronte a noi abbiamo un fratello..
In una guerra non esiste la pietà, una delle parti deve soccombere dove
nel vincitore non esiste la vittoria, ma lo sgomento per quanto è stato fatto.
L’unico modo è eliminare la guerra nel suo nascere, contrapponendosi a coloro che la fomentano nell’odio, nel rancore, nella vendetta.
Non ci può essere il perdono per la dittatura in cui i diritti civili sono affidati al singolo rappresentante e va debellata prima che divenga una realtà consolidata.
Il dialogo iniziale è nella comprensione delle parti, ma allevare una serpe in seno è la configurazione del male stesso.
Ovviamente questo vale anche per Conte. Ora che ha smesso di spararci addosso possiamo anche avere pietà.
Tutto vero … spesso siamo in guerra con le idee … chi le incarna poi, scopriamo che non è poi diverso da noi
Alcune persone, nell’insieme odierno, e purtroppo nella brevità della propria esistenza, taloro anch’essi diventano autori talché a “pugnalare formule ” . Esse formule presistenti nell’inconscio , nella sostanza della propria prudenza, ovvero nel “materialismo” delle circostanze derivanti da paure protette da orgoglio , peccano e penetrano nel sentimento del tale altro. La “formula” nel XXI secolo , dalchè malgrado, diventa un “prius” concettuale di se medesimi di taloro che a richiamo ripetitivo in uguale modo al pugnalare il nemico della grande guerra portano a sofferenze che sembrano astratte, ma danno dolore notevole a soggetti vicini nella società. E chi subisce la “formula” come pregiudizio, diventa il soldato moderno della grande guerra della moderna evoluzione delle relazioni intersoggettive.
Nicola DIANA ( Niko PIANTARELLI) 04 Febbraio 2021
Bellissimo articolo, bellissimo libro, dovremmo leggerlo più spesso, anche noi, oggi, viviamo una guerra fcondotta a parole, gesti, sguardi.. Dovremmo ricordarci che di fronte a noi abbiamo un fratello..
Ci voleva, per tirarci su il morale.