Se chiedi a un bambino, ti dirà che “le zanzare sono delle brutte rompiscatole che ti succhiano il sangue e che ti lasciano dei bubboni pruriginosi fastidiossissimi”. In realtà possono essere pure peggio. Lo sa bene Andrea Crisanti, diventato noto grazie al “metodo Vo'” e alla pandemia, ma in realtà esperto di malaria. Un collega, in polemica con lui, lo definì uno “zanzarologo”.
Per questo oggi il Corriere gli ha chiesto conto dell’arrivo in Italia dell’Aedes koreicus, detta anche zanzara coreana, un tipo di insetto che ha il brutto vizio di sopravvivere anche al freddo. Dunque difficile da debellare, a differenza delle sue colleghe “tigre” e autoctone che normalmente scompaiono con l’inverno. Bene (o forse sarebbe meglio dire “male”). Crisanti ha confermato che queste zanzare hanno “espanso il loro areale” e che la cosa è “preoccupante”. Il motivo? “Perché è una zanzara del gruppo Aedes, ovvero è potenzialmente in grado di trasmettere virus”.
In tempo di pandemia, un altro virus non farebbe certo piacere.
Nessun allarmismo, sia chiaro. Però quella zanzara può diventare vettore di “encefaliti virali equine o encefaliti giapponesi, virus portati da animali, ma che in Italia non ci sono al momento”. In altri casi, può pure trasmettere “tenge e febbre gialla”. Va detto che “al momento” non rischiamo “nulla”, perché “in Italia un tipo di virus degli animali che possa sfruttare questa zanzara come vettore” non esiste ancora. Ma un tempo non avevamo neppure le zanzare invernali capaci di resistere alla neve, dunque “non è detto che la situazione resti invariata”. Unica nota positiva: ancora bisogna studiarle bene. E non siamo sicuri sia in grado di sopportare il caldo.