Il presidente della Colombia rompe la sua coalizione e radicalizza
La luna di miele con gli alleati è finita. Il presidente colombiano Petro ha chiesto le dimissioni del suo gabinetto e ha annunciato la rottura con la coalizione dei partiti che lo hanno sostenuto da quando ha preso il potere lanciando un “governo di emergenza”. La rottura arriva nove mesi dopo che ha assunto la presidenza sulla discussa riforma sanitaria. Petro non ha mostrato pazienza con le critiche dell’ala centrista che lo appoggiava e si è rivolto a sinistra, radicalizzando la sua gestione. Tutto è iniziato con il voto sulla riforma sanitaria al Congresso di martedì, respinta dai suoi alleati del Partito conservatore, del Partito dell’Unione popolare e del Partito liberale. Un’ora dopo, durante un discorso per la consegna di alcune terre nella Valle del Cauca, Petro si è scagliato contro il Parlamento e i partiti politici per non avanzare nel processo delle sue riforme.
Petro ha rimproverato i suoi alleati di centro di non lavorarci sopra “notte e giorno” chiedendo di mobilitare un movimento contadino che faccia valere i suoi diritti. Infine ha chiesto ai centristi che lo appoggiavano di dimettersi: “Chi non è più in grado di lavorare giorno e notte su come abbassare il prezzo del cibo, su come consegnare la terra ai contadini, su come avere più cibo e quindi prezzi più bassi, perché questo è un punto fondamentale della nostra pace, non ha spazio nel nostro governo”. Anche l’ex presidente Juan Manuel Santos, vicino a Petro sulle questioni della pace, ha messo in discussione la riforma sanitaria di Petro su Twitter: “Presidente Petro: la Colombia ha uno dei migliori sistemi sanitari del mondo. Non sto dicendo io questo, lo dice la rivista Lancet. Naturalmente c’è molto da migliorare, ma non possiamo distruggere tutto ciò che abbiamo costruito.”
Biden loda Petro che non protegge un alleato democratico degli Usa
Duro editoriale del Wall Street Journal ieri. “Questo è un rimprovero a Biden, che ha definito Petro un campione della democrazia” durante la sua visita recente alla Casa Bianca: ‘Voglio davvero ringraziarti per il tuo impegno esplicito e forte per la pace e i diritti umani in tutte le Americhe’. Ce lo dice tutto il tempo. Tranne, a quanto pare, il martedì” ironizza il Wall Street Journal in riferimento a quanto accaduto a Guaidó, minacciato di espulsione dalla Colombia martedì da Petro dopo aver attraversato il confine a piedi. Temendo per la sua incolumità Guaidó ha poi contattato gli Stati Uniti, che lo hanno aiutato ad andare a Miami. Diventa sempre più pericoloso essere un alleato americano. Questo imbarazzo arriva una settimana dopo la visita del presidente colombiano Gustavo Petro alla Casa Bianca. Il presidente Joe Biden lo ha elogiato per l’ospitalità e il sostegno che la Colombia continua a mostrare ai rifugiati venezuelani. È una cosa umanitaria e generosa per te, quello che stai facendo’. Per la cronaca anche Guaidó è venezuelano” ironizza in chiusura il WSJ.
Pelé entra nel dizionario della lingua portoghese come sinonimo di “unico”
Pelé, il soprannome della defunta leggenda del calcio, è diventato ufficialmente sinonimo di “eccezionale, incomparabile, unico”. Il dizionario Michaelis in lingua portoghese, uno dei più popolari in Brasile, ha aggiunto “pelé” come nuovo aggettivo alla sua edizione online.
Paolo Manzo, 28 aprile 2023
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