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Piazza pro-Ue, qualcosa non torna: a chi abbiamo pagato hotel e biglietti?

La manifestazione di Michele Serra a scrocco dei contribuenti. Bufera su Gualtieri, il caso finisce in procura

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Non si placano le polemiche sulla manifestazione per l’Europa di Repubblica, convocata da Michele Serra e misteriosamente pagata dai contribuenti tramite il Comune di Roma nonostante fosse una piazza “di parte”, stracolma di esponenti dell’opposizione ed evidentemente “di sinistra”. Anche Carlo Calenda, che pure aveva risposto all’appello dell’amaca di Rep, è rimasto sconvolto dallo scoprire dei circa 270 mila euro spesi dal Campidoglio – attraverso la partecipata Zètema – per l’organizzazione di «Una Piazza per l’Europa»: “Il finanziamento della manifestazione a Piazza del Popolo di sabato scorso da parte del Comune di Roma secondo me non è giusto. Io non lo sapevo, ma non è giusto – ha detto – Che si faccia una manifestazione meno costosa ma che si autofinanzi”. Parole sacrosante. Perché mettere tutto in conto ai cittadini? E perché allora lo stesso discorso non vale per tutte le piazze che invocano la “loro” Europa, qualunque essa sia, anche la più sovranista o patriottica?

Ovviamente sul caso è scoppiato un polverone. Oltre a Calenda protestano Maurizio Gasparri, la Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e anche il Movimento Cinque Stelle. Pure Marco Travaglio ha criticato “i mezzucci” usati da Rep per convocare il “suo” popolo di lettori sotto un palco enorme, offerto dalla collettività. La Lega ha pure presentato un esposto alla Corte dei Conti e in Procura ipotizzando il danno erariale. Ma attenzione. Non è solo questo il punto. Come abbiamo visto ieri, nel conto sono finiti: 126.000 euro “per servizi di noleggio, trasporto a/r, facchinaggio, montaggio e assistenza tecnica per gli allestimenti”; altri 104.700 euro per “gli impianti audio, video e regia”; e poi ulteriori spesucce per i presidi sanitari e la promozione dell’evento. Un controsenso, visto che avrebbe potuto pagare l’editore di Repubblica. Quello che però non torna sono quei 1.822,37 euro che i romani hanno versato “per i servizi di agenzia relativi all’acquisto dei biglietti del treno e alloggio degli ospiti”.

Nei giorni scorsi, infatti, il promotore dell’iniziativa aveva ficcato la tesa sotto la sabbia sostenendo di non aver pensato lui all’organizzazione della cosa. “Posso solo dire che una settantina di persone sono venute a loro spese per partecipare alla manifestazione io mi sono occupato esclusivamente, ovviamente con altre persone, della scaletta, invitando un numero esorbitante di persone la cui somma di valore, in termini di mercato, è molto alta – aveva detto Michele Serra -: tutta gente che fa teatro, televisione, che hanno aderito gratuitamente alla manifestazione, hanno mandato video, sono venuti a Roma a loro spese, hanno suonato e cantato a Roma a loro spese”. Ok. Ma se “sono venuti a Roma a loro spese”, a chi sono finiti quei 1.822,37 euro di “servizi di agenzia” relativi all’acquisto di biglietti del treno e notti in hotel? Va bene che paga Pantalone. Ma almeno possiamo sapere a chi abbiamo offerto l’alloggio a scrocco? Se proprio proprio non è possibile riavere i soldi indietro, vorremmo solo assicurarci che il pernottamento sia stato di loro gradimento. E magari ricevere un bigliettino di ringraziamento.

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