Glielo aveva già fatto notare “Le frasi di Osho”: a Roma, “aridaje”, sarebbe “come a dire ‘che du cojoni!'”. Poi, ad asfaltare l’endorsement di Beppe Grillo per la ricandidatura di Virginia Raggi al Campidoglio, ci ha pensato Pierluigi Battista, ultimo “mohicano” liberale, non a caso uscito dal Corriere della Sera, ormai gazzetta ufficiale del lockdown.
“Gentile signor Grillo”, twitta Battista, “volevo dirle che ‘aridaje’ non è il rafforzativo di ‘daje’, ma è il suo contrario. Quindi se lei dice ‘aridaje la Raggi’ i romani traducono: che fai, insisti? Uffa che palle. Ma che stai a scherza’? Ma vedi d’annattene”.
Insomma, siamo alle solite: non si capisce se l’Elevato benedice la sindaca di Roma o se la condanna. Come quando scrisse: “Virgi’, Roma nun te merita”. Della serie: “Ricandidati, anche se i cittadini sono ingrati”, oppure “Meglio se torni a casa”?.
Intanto, i sostenitori del M5s non sembrano proprio tutti entusiasti dell’investitura da parte di Beppe. Sotto al post, su Twitter, qualcuno ricorda le “migliaia di anziani romani caduti sui marciapiedi”, qualcun altro definisce la Raggi “reginetta del malgoverno cittadino”, altri segnalano che “chi arriverà troverà le rovine”. Addirittura, qualcuno rimpiange Ignazio Marino. I commenti positivi si fa fatica a trovarli. Della serie: Virgi’, Roma nun te merita…