Cronaca

Pigliate i popcorn: comunisti e pro-Hamas si fracassano di legnate

Robe da pazzi alla Statale di Milano: a soccombere i sedicenti studenti accampati, travolti dall’impeto dei “Lotta Comunista”

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Una storia molto istruttiva va in onda alla Statale di Milano: dove due fazioni pro Hamas si sono prese a legnate al grido “noi siamo più Hamas di voi”. A soccombere, i sedicenti studenti accampati, travolti dall’impeto dei “Lotta Comunista” leggermente più fuori corso, gente esperta nelle tattiche di guerriglia: avrebbero, a quanto si è capito, preso d’assalto l’accampamento dei presunti studenti che, pur travolti, sarebbero riusciti in qualche modo a contenere l’impeto dei più scafati assalitori: praticamente attempati versus attendati, tre a uno. L’onore è salvo, la bandiera comunista sventola comunque: asta lunga, alla cinese.

La faccenda, dicebamus, è molto istruttiva sotto molteplici aspetti: testimonia, infatti, dell’assoluto disinteresse dei comunisti, della loro pulizia, della loro moralità a tutta prova: quando c’è una causa da difendere, ci si unisce senza tante menate, protagonismi, antagonismi di sorta. Si capisce, che Palestina va resa “free”: non da Hamas per carità ma da Israele, su questo non sono ammesse sfumature, tentennamenti, tatticismi. Chi è che sarebbe così meschino da farsi la forca per oscuri pretestuosi motivi a fronte di una emergenza politica e umana così cogente? Giusto le destre, affariste e belliciste, ma loro, i comunisti, sono diversi, sono la meglio gioventù senza anagrafe, ad libitum.

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Poi la coerenza: effettivamente, la Statale di Milano ormai ricorda Gaza, la Palestina, una roccaforte di Hamas: sia per quella deliziosa aria terroristico-demenziale, da tutti contro tutti, sia per come sono riusciti a ridurla una baraccopoli stracciarola e maleodorante; sicuri segni mi dicono, da chi ci passa davanti, ma pure in zona Città Studi, mica solo in Festa del Perdono, che effettivamente si ha come una vertigine, in un attimo uno viene rapito dalla sensazione di non stare più in Italia ma lungo la Striscia “e se cercano bene, secondo me trovano anche Sinwar che fingono di non sapere che fine abbia fatto”.

I comunisti, inoltre, dimostrano ogni volta che possono la loro indole sinceramente democratica e, soprattutto, pacifista: loro ricorrono alle pacate argomentazioni, sono sottili, articolati, addirittura sofistici, leggono Tronti, Zerocalcare e Chiara Valerio, mica quei bestioni fascisti sempre così rozzi, primitivi; i comunisti discutono fino all’alba, se occorre, senza alzare le mani, senza ricorrere a metodi brutali. Bisognerebbe ascoltarli di più, lasciargli le redini dell’università (fatto!), dell’Italia (quasi fatto!) e del mondo intero: con i comunisti al potere, non ci sarebbero più guerre, conflitti, scannamenti.

Sono pacifici, pacifisti, ecumenici, dialogici. Loro sanno come si convive. Inclusivi, tolleranti fin dai tempi di Babeuf, la tua libertà finisce dove comincia quella loro di legnarti. Cioè sempre e ovunque e comunque. I comunisti, giuro, non si dividono mai per miserabili questioni di potere e di controllo, di egemonia, di faide interne: i loro Politburi ricordano storicamente giardini dell’Eden, anzi la Bibbia: il leone che giace in pace con l’agnello (ma l’agnello dormirà ben poco, aggiungeva Woody Allen). I comunisti non picchiano: si dialettizzano; non distruggono: affrontano la questione. E, alla fine, trovano sempre la soluzione: o soccombi tu o soccombo io. Ecco cosa vuol dire essere “antifà naturali”, come scrive, dal carcere, ma ormai dai domiciliari, la compagna Ilaria “Gramsci” Salis.

Volano mazzate all’Università? No, è solo la dialettizzazione hegeliana che alla fine si compone in una sintesi democraticamente accolta da tutti. E nella massima serietà. Con stile, eleganza, con dovizia di argomentazioni: “Alla fine hanno dovuto darmi ragione come sempre”, spiegava Fantozzi alla Pina. La Pina, comprensiva, sorrideva. Certo, qualche sporadico momento di tensione, qualche volar di tende, qualche ammennicolo frantumato: e che sarà mai, è il nervosismo tipicamente indotto dai cambiamenti climatici e, soprattutto, da questa destra nazi-trattino-fascista, così becera, così violenta, sanguinaria. Guerrafondaia, iiih! Studenti circolari e Lottatori comunisti, loro sono per la pace, come papa Bergoglio, e la pace va fatta a costo di prendere lo schioppo e inchiodare al muro tutti i nemici del popolo, come diceva il compagno Cerratini in “don Camillo”.

Ecco la chiave (inglese): se tu non cooperi, sei nemico del popolo e io ti faccio la pelle. Il comunismo è virtuoso perché non solo lotta, ma si ripulisce anche, dall’interno: è sempre proteso alla ricerca delle sue cimici, dei suoi collaborazionisti, e quindi li identifica, li isola, li neutralizza, li espelle. Così anche alla Statale: non basta essere tutti pro Hamas, bisogna essere più pro Hamas di Hamas.

Grande è la confusione sotto il cielo della Statale, la situazione è eccellente. Solo un dubbio, ma trascurabile: alla fine, la disinfestazione dell’università geneticamente modificata in centro sociale diffuso, tutto compreso, pidocchi, fumo, spranghe e vomito, insomma la solita coreografia comunista, chi la paga? Compagno rettore Franzini, ci pensi tu? Compagno Sala, te ne incarichi tu? Viva l’università! Viva la repubblica! Viva l’esercito!

Max Del Papa, 21 maggio 2024

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