Esclusiva

Pioltello, la vera emergenza Islam: “Scuola coranica sotto gli occhi del Pd”

La testimonianza di alcuni residenti della città in cui è nata la polemica sulla chiusura per Ramadan

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Dipende da come la guardi. Dipende da come la vivi. A Pioltello, Italia Saudita, una scuola chiude “per Ramadan”, d’imperio, e gli islamici ormai padroni dicono: tutto normale, tutto regolare. Ma il ministero non la pensa così e invita a revocare la misura, presa, a suo dire, al di là delle leggi vigenti. Cosa che subito solleva gli scudi dei piddini, dei collaborazionisti della sostituzione con la scusa dell’inclusione. Quale inclusione?

Ci hanno raggiunto alcuni abitanti di Pioltello che tutta questa concordia, come dice la sindaca, non la vedono: “Allora: noi a Pioltello ci abitiamo da sempre, magari ci siamo anche nati, e possiamo dirti che non è affatto multietnica come dice la sindaca: è una casbah, né più né meno. Questo lo sanno, lo vedono tutti tranne la sindaca e la senatrice piddina Malpezzi, che abita anche lei a Pioltello ma pur di appoggiare la chiusura (della scuola) ha omesso di raccontare la verità sulla città, esattamente come la prima cittadina”.

La verità, almeno dei nostri pioltellesi, sarebbe che “in frazione Seggiano sta una sorta di moschea, una sala di preghiera che fino a poco tempo fa aveva sulla porta il seguente cartello ‘ssociazione Culturale Fratellanza Musulmana’. Ora, succede che la “Fratellanza” in tutti i Paesi arabi coincide con i salafiti, ovvero predicatori della jihad, il che è noto a tutti tranne la sindaca e la senatrice Malpezzi; succede pure che immediatamente dopo il 7 ottobre il cartello sparisce, mentre la predicazione continua e la frequentazione continua come prima.

Ora, perché i tuoi illuminati colleghi non fanno una cosa molto semplice: arrivano e lasciano lì nei pressi la macchina. Così vedono subito quanto poco siano graditi, quanto siano guatati da gruppi di galantuomini che fanno capire perfettamente che è meglio sloggiare. Una situazione più da Molenbeek che da Milano e dintorni. Almeno fino a qualche anno fa. Questo, sindaca e senatrice non lo dicono, dicono che la città è tranquilla. Sì, ma solo perché ormai la città si è adeguata ai nuovi pre-potenti. Perché sono loro a comandare. Aggiungi che la stazione dei treni e del passante ferroviario è praticamente controllata dagli stessi, così come intere vie dove gli italiani, gli indigeni non osano più avventurarsi”.

D’accordo, ma non è lo stesso in altre località, in particolare della Cintura?, provo ad obiettare timidamente, i miei pioltellesi non ci stanno: “Sì, ma non tutti i piccoli centri possono vantare, si fa per dire, una realtà che per noi residenti è un ritrovo di salafiti: sta a Seggiano a due passi dal centro logistico dell’Esselunga: se la sindaca Ivonne Cosciotti del Pd che si vanta dell’integrazione (che non esiste, esiste la progressiva occupazione islamica) ne ignora l’esistenza, dovrebbe spiegare come mai. Perché, viceversa, i suoi cittadini ne sono perfettamente consapevoli così come lo sanno gli apparati di controllo. Quel posto per noi è una specie di Madrassa, ossia una scuola coranica, per non dire altro, e lo è da almeno tre anni. Noi abbiamo cercato voi del sito di Porro sperando di fare arrivare questo che consideriamo un grido di allarme: chissà mai che non arrivi anche alle sprovvedute Cosciotti e Malpezzi: non sanno o fanno finta?”.

Già, la conquista o sostituzione avviene per situazioni morbide: una scuola bloccata con la scusa del Ramadan, un centro culturale dove si predica a senso unico, un oratorio adibito a moschea come a Monfalcone, appena mostrato da Fuori dal coro, una cappellina cristiana diventata non si sa bene cosa ma off limits per i cattolici che la frequentavano. È quella di via Carpi a venti passi da piazza Gobetti, a Lambrate. Una chiesetta che negli anni Sessanta-Settanta serviva gli abitanti della via, poi chiusa per mancanza o di fedeli o di ministri del culto per quasi tre decenni, infine, sorprendentemente riaperta.

Ma quando ci siamo andati noi personalmente, abbiamo trovato signori in tunica dalla lunga barba e occhi poco disponibili. Abbiamo chiesto di poter pregare davanti alla Maestà bizantina, ce lo hanno concesso per pochi istanti. Ma volevano ci togliessimo le scarpe e poi ci hanno cacciati senza tante storie: voi qui no, voi andate via. Abbiamo chiesto spiegazioni, ci hanno risposto che era “una chiesa ortodossa” ma non era chiaro di quale ortodossia. Per terra solo tappeti, l’altare coperto, scomparso, nessun crocifisso. Questa me la chiami chiesa cattolica? Comunque siamo usciti, con la morte nel cuore. Era due Natali fa. Quante sono le via Carpi, le Pioltello, i Monfalcone in Italia?

Se questa è ancora Italia, se non è un’Italia islamizzata, saudita, ma sindache e senatrici dicono che è tutto a posto, che va bene così, come se gli italiani superstiti non contassero, non ci fossero già più. E forse, in un certo senso, è proprio così.

Max Del Papa, 21 marzo 2024

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