Politica

Più che “campo largo” è un circo

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Il voto per il rinnovo del Cda della Rai potrebbe rivelarsi letale per il campo largo. Nonostante le molteplici divisioni che hanno attraversato la coalizione di centrosinistra in queste ultime settimane, mai prima d’ora si era giunti a un simile livello di scontro. La tensione tra gli alleati d’opposizione è alle stelle. I due azionisti di maggioranza del cartello elettorale di centrosinistra, Pd e M5s, sono ai ferri corti. Lo testimonia, tra l’altro, la foto di gruppo scattata davanti alla Cassazione in occasione del deposito delle firme contro l’Autonomia differenziata. L’istantanea ha immortalato tutto il fronte d’opposizione, sebbene Elly Schlein e Giuseppe Conte siano rimasti a debita distanza l’una dall’altro, evitando persino di stringersi la mano. Un presagio di quello che sarebbe accaduto appena qualche ora dopo a Montecitorio, dove il voto per il Cda Rai ha letteralmente mandato in frantumi l’alleanza di campo largo: mentre da un lato Pd, Azione e Iv hanno confermato l’Aventino, dall’altro M5s e Avs hanno cinicamente votato il loro membro del board, aprendo definitivamente la crepa nel fronte di centrosinistra.

All’interno della coalizione d’opposizione fioccano ora le accuse di incoerenza reciproca per aver infranto il patto agostano anti TeleMeloni. Il livello dello scontro continua a crescere a dismisura, mentre sullo sfondo si avvicina sempre più la scadenza elettorale regionale in terra ligure. Proprio il voto in Liguria potrebbe seriamente rappresentare il punto di non ritorno per il campo largo. La crepa aperta sulle nomine Rai, unitamente alla presenza di diversi esponenti “renziani” in alcune liste civiche a sostegno della candidatura dell’ex ministro dem Andrea Orlando, ha messo in allerta i Cinque stelle. “La nostra posizione è chiara da tempo – fanno sapere i pentastellati – La linea del Movimento è mai con Italia viva, e non ci aspettiamo che vengano cambiate le carte in tavola all’ultima ora”. E infatti Raffaella Paita oggi ha reso noto il “ricatto” grillino che di fatto escluderà IV dalle elezioni liguri: “In queste settimane abbiamo offerto la massima disponibilità e lavorato con generosità per costruire anche in Liguria un centrosinistra credibile e riformista. Ci siamo resi disponibili a superare i veti del passato e persino, su richiesta degli alleati, abbiamo deciso di non presentare il simbolo di Italia Viva, confluendo in una lista con gli amici di Più Europa e Socialisti. Abbiamo fatto di tutto per raggiungere l’obiettivo di una presenza riformista nel centrosinistra – ha spiegato – Gli accordi con il candidato Orlando e con gli altri partiti hanno portato alla creazione della lista ‘Riformisti unitì, apparentata con lo stesso Orlando come si può vedere dai documenti. La lista c’è ed è addirittura già apparentata. Ma nelle ultime ore, su pressione dei Cinque Stelle, ci è stato chiesto di eliminare l’apparentamento o cancellare dalla lista i nomi di alcuni nostri rappresentanti. E per noi non è politicamente serio”.

Dal canto loro, i dem cercano ad indossare ancora una volta i panni del pompiere e fino all’ultimo hanno provato a gettare acqua sul fuoco per scongiurare il peggio: “Si sta risolvendo tutto con la definizione delle liste”, facevano sapere dal Nazareno. Niente da fare. I Cinque stelle sono sul piede di guerra. L’inaspettata sintonia tra Pd e Italia viva è causa di parecchi malumori per i pentastellati. Soprattutto in queste ultime ore, in cui Renzi e Schlein hanno tenuto la stessa posizione sulla Rai (non partecipando al voto) e sul referendum sulla cittadinanza (che Giuseppe Conte non ha firmato). Sulla stessa lunghezza d’onda dei pentastellati anche Avs, che fa sapere di non gradire affatto la presenza nel fronte di Matteo Renzi e, per bocca del suo leader Angelo Bonelli, si abbandona a un laconico: “Il campo largo non esiste. Perché se esistesse avremmo una situazione differente.”

Insomma, il campo largo è completamente in subbuglio. Il voto Rai e la compilazione delle liste in Liguria hanno mandato letteralmente in tilt un’alleanza elettorale, mai come in questo momento vicina all’implosione.

Salvatore Di Bartolo, 27 settembre 2024

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