Aiuto, si è capovolto il dibattito! Fino ad agosto, bene o male, pur tra mille contraddizioni, la discussione in vista della manovra autunnale era tutta centrata sull’abbassamento delle tasse. Magari in modo confuso, non ortodosso, senza la chiarezza che sarebbe stata necessaria, senza una parola definitiva sulle risorse a disposizione: ma comunque al centro della discussione c’era la proposta di flat tax. Naturalmente, sarebbe stato onere del governo di allora capire come si sarebbe articolata, dopo che l’anno prima solo pochi fortunati (partite Iva e professionisti entro i 65 mila euro) avevano beneficiato dell’aliquota al 15%. Attenzione, però: perché per quelle stesse categorie era prevista un’altra aliquota appetibile (20%) fino a 100 mila euro, ed era già stato stabilito che, nel 2020, per tutta quest’area di imponibile, si sarebbe scesi al 15%.
Lo ripetiamo ancora: sarebbe stato onere del vecchio governo far capire come altri “moduli” di flat tax si sarebbero potuti realizzare. Ma – diciamolo francamente – quella era la discussione giusta: da potenziare, da allargare, da estendere a un numero via via maggiore di contribuenti.
Improvvisamente, sono bastati venti giorni di nuovo governo (oggi è il 30 settembre, la fiducia è stata votata appena il 10 settembre, anche se sembra passato un secolo) e il dibattito è diventato su quali tasse introdurre. La scorsa settimana è stata francamente surreale, da questo punto di vista: tassa sulle merendine (smentita, ma non del tutto), tassa sui voli aerei (smentita meno convintamente), tassa sul contante (boh), tassa sugli agricoltori (nel senso di taglio delle agevolazioni in agricoltura: e purtroppo sembra tutto confermato), tassa sugli autotrasportatori (altre detrazioni sforbiciate: e sembra confermato anche questo).
Pensateci: al netto della fuffa sui pagamenti con carta di credito (come se un microsconto statale del 2% potesse scoraggiare il maxisconto che fatalmente un’operazione in nero porta con sé, anche per un lavoretto in casa) e a parte la pericolosa operazione neostatalista sugli incentivi green, al momento nella discussione pubblica non c’è niente che riguardi un taglio di tasse, e niente che riguardi in positivo i lavoratori autonomi, gli imprenditori, le partite Iva, tutte le fasce sociali che non votano questo governo, e che – con grande nonchalance – il nuovo esecutivo sembra voler trasformare in bersagli.
La strada di prima era percorsa in modo troppo lento e confuso, ma era tutto sommato giusta. La strada di adesso va in direzione sbagliata.
Daniele Capezzone, 30 settembre 2019