Cronaca

Polizia sotto attacco

L’incredibile report del Consiglio d’Europa, l’indagine di Pisa, il caso di Verona: tempi difficili per donne e uomini in divisa

Eroi. Garanti della sicurezza e della legalità. Punto di riferimento per tutti noi, nonostante stipendi spesso da fame e grane di ogni tipo. Donne e uomini in divisa dovrebbero rappresentare un orgoglio, eppure la realtà è un’altra: la polizia è sotto attacco. Non si tratta di una polemica strumentale, di un allarme come quelli della sinistra, di aria fritta. Il problema si può toccare con mano ed è molto più grosso di quello che uno potrebbe pensare. Tre indizi nel giro di poche ore: lo scandaloso rapporto del Consiglio d’Europa, l’indagine nei confronti degli agenti coinvolti negli scontri di Pisa di febbraio e l’indagine per eccesso di legittima difesa nei confronti del militare costretto a sparare a Moussa Diarra a Verona.

Partiamo dal caso che ha più rilevanza internazionale, ossia dal rapporto firmato dall’Ecri, l’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa composto da 46 esperti indipendenti, uno per Paese membro. Un documento semplicemente scandaloso, che denigra gli agenti di polizia con accuse folli: “Ci sono numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, che prendono di mira in particolar modo i Rom e le persone di origine africana”. Robe da matti. Cose pensate e scritte da chi è chiuso in uno stanzino tutto il giorno e non è mai stato per una strada italiana, soprattutto nei quartieri più difficili, dove gli agenti di polizia rappresentano l’unica certezza di sicurezza. Altro che razzismo, altro che baggianate simili.

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Poliziotti razzisti, secondo qualche solone, ma che non possono nemmeno difendersi dalle violenze dei soliti noti. Notizia di ieri è l’indagine della Procura di Pisa nei confronti di una decina di agenti per gli scontri avvenuti il 23 febbraio nel corso di un corteo pro-Palestina. Tra i reati contestati quelli di eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose. Tra gli indagati ci sarebbero anche agenti del reparto mobile di Firenze e coloro che avevano responsabilità del servizio e dell’ordine pubblico lungo il percorso del corteo. Qualcuno evidentemente ha dimenticato i fatti di quel giorno: la polizia venne attaccata da un gruppetto tutt’altro che pacifista e fu costretta a difendersi. Sarebbe questo il reato? È normale mettere in discussione la professionalità di quei militari che in tutta questa vicenda sono le vittime? Magari il procedimento giudiziario a loro carico avrà una risoluzione positiva, ma molti ricorderanno solo la notizia delle indagini e delle ipotesi di reato.

Impossibile non citare il caso di Verona, con il poliziotto che domenica ha sparato e ucciso il 26enne Moussa Diarra. L’agente, intervenuto alla Stazione Porta Nuova, è stato aggredito dal migrante ed è stato costretto a difendersi. Ma evidentemente per qualche professorone avrebbe dovuto tenere la pistola nella fondina e magari ricevere due-tre coltellate. L’agente è stato iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo di legittima difesa. L’uomo si è reso fin da subito disponibile, ma questo non significa viverla a cuor leggero.

Un quadro preoccupante. Tre casi diversi, ma in qualche modo connessi. La polizia che deve difendersi da accuse pesanti, ingiuste. E per cosa? Per aver fatto semplicemente il suo lavoro. Eppure basta qualche testimonianza negativa per mettere tutto a soqquadro. Se un agente prova a difendersi da una sassaiola o da un attacco con coltello rischia pure di finire a processo. E attenzione: se il governo ha espresso vicinanza e solidarietà a donne e uomini in divisa, la sinistra si è quasi sempre schierata dall’altra parte della barricata. Emblematiche le reazioni dei compagni al rapporto del Consiglio d’Europa, tra chi chiede una commissione indipendente e chi invoca incredibilmente più inclusione. Senza dimenticare quei leader che supportano manifestanti violenti e non per qualche punticino nei sondaggi. Una vergogna, semplicemente.

Franco Lodige, 23 ottobre 2024

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