Nuove tensioni sul confine Nato, dopo che la Polonia – nella serata di ieri – ha denunciato il principale alleato di Vladimir Putin, la Bielorussia di Lukashenko, di aver violato con due elicotteri il proprio spazio aereo. L’accusa è arrivata direttamente dal ministero degli Esteri di Varsavia, che ieri ha pure convocato l’incaricato d’affari di Minsk.
Tensioni Polonia – Bielorussia
Poco dopo, è stato il ministero della Difesa ad annunciare la notizia con un comunicato, spiegando perché inizialmente la Polonia ha smentito l’incursione: “L’attraversamento del confine è avvenuto nella regione di Bialowieza ad una quota molto bassa, questo ha reso complesso per i sistemi radar individuare” i due velivoli. “Per questo, nel report mattutino, il comando operativo delle forze armate ha evidenziato che il sistema radar polacco non ha registrato violazioni”, hanno concluso i vertici polacchi, avvertendo la Nato di seguire con estrema attenzione le azioni della Bielorussia. Quest’ultima, però, ha completamente smentito la versione di Varsavia.
Non è il primo caso di forti tensioni al confine tra l’ultimo baluardo Nato, Varsavia appunto, ed il mondo putiniano, composto da Mosca e Minsk. Pochi mesi fa, infatti, in un bombardamento russo a Leopoli, un missile cadde in territorio polacco, rischiando una potenziale escalation, visto che le prime indiscrezioni aveva constatato l’origine russa del mezzo. Il primo ministro Duda, nelle ore imminenti all’incidente, si appellò all’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico, per poi ventilare una no fly-zone subito esclusa però dai vertici Nato. Insomma, il rischio di una escalation a livello globale era diventato estremamente concreto, se non per il fatto che – dopo qualche giorno – fu la stessa Polonia a confessare che si trattò di un missile di Kiev, per contrastare l’attacco russo, erroneamente finito in territorio Nato.
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Le conseguenze
Ebbene, questa volta lo scenario non sembra presentare il rischio concreto di un’escalation, ma Varsavia ha già mosso le proprie truppe. Ed è notizia di stamattina l’invio di nuovi soldati al confine con la Bielorussia. Una mossa che si aggiunge alle recenti accuse di Putin contro il governo polacco, colpevole di ambire a pretese territoriali sulla Bielorussia.
Ma la vera causa delle costanti preoccupazioni del governo Duda è la forte “russofobia” che, dalla fine della Guerra Fredda, caratterizza la gran parte degli Stati del Visegrad, una volta venuto meno il dominio sovietico. Una costante preoccupazione che il nemico russo possa riproporsi sotto il profilo militare, nonché l’eterna convinzione polacca di essere la prossima Ucraina. Uno scenario che ha portato Varsavia a diventare ben volentieri l’arsenale americano in Europa. E non è un caso che, in epoca Biden, la Polonia sia diventato il più stretto alleato della Casa Bianca, nonché il principale baluardo anti-Mosca nel Vecchio Continente.
Attraverso la Bielorussia, che ha già autorizzato Putin ad utilizzare il suo territorio come trampolino di lancio per l’invasione di Kiev, la Russia avrebbe quindi una strada privilegiata per occupare Paesi Baltici e Polonia. Uno scenario catastrofico, tenendo pure in considerazione la regione russa che si affaccia sul Baltico (Kaliningrad), la quale rappresenta un costante pericolo atomico capace di investire tutta l’Europa. Il rischio che le preoccupazioni di Varsavia possano realizzarsi, ad oggi, è sostanzialmente nullo; ma occhio a sottovalutare chi, da sempre, vive a contatto con la prima potenza nucleare del globo.
Matteo Milanesi, 2 agosto 2023