Altissima tensione in Medio Oriente, Israele mette nel mirino i nemici terroristi. A poco meno di 48 ore dal secondo sabotaggio di dispositivi di comunicazione che ha scosso le fila di Hezbollah, lo Stato ebraico ieri ha lanciato un nuovo attacco mirato al gruppo libanese nel quartiere Dahieh, nella periferia sud di Beirut. L’ultimo bilancio parla di 14 vittime e 66 feriti. Tra gli obiettivi colpiti anche Ibrahim Aqil, comandante della Forza Radwan, le unità d’élite di Hezbollah. Un pezzo grosso del gruppo, il vice di Fouad Shukr, ucciso il 30 luglio scorso.
Secondo quanto reso noto da Israele, i vertici di Hezbollah erano al lavoro su un piano per l’occupazione della Galilea, con tanto di attacco in stile “7 ottobre” per “razziare il territorio israeliano, occupare le comunità della Galilea, assassinare e uccidere innocenti”. Il primo ministro del Libano Najib Mikati ha affermato che “l’attacco a un’area residenziale popolata dimostra ancora una volta che il nemico israeliano non tiene conto di considerazioni umanitarie, legali e morali”.
Oltre Agil – che aveva una taglia di 7 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti per il suo ruolo negli attentati del 1983 contro l’ambasciata USA e la caserma dei Marines a Beirut, e nella presa di ostaggi negli anni ’80 – Israele ha colpito la morte di diversi funzionari del gruppo. Tra le vittime anche Muhammad Reda, vice comandante della forza Quds iraniana. Ricordiamo che a fine luglio Israele ha ucciso un altro membro del Consiglio della Jihad di Hezbollah, Fuad Shukr, in un altro attacco aereo su un edificio a Dahiya, un sobborgo meridionale di Beirut. In totale sono stati dichiarati morti altri 14 Comandanti delle forze speciali Radwan dell’organizzazione terroristica Hezbollah. Su Ibrahim Aqil, responsabile degli attentati contro le truppe USA e Francia a Beirut, c’era una taglia di 7 milioni di $
La risposta di Hezbollah non s’è fatta attendere. Il gruppo libanese ha lanciato una selva di oltre 100 razzi verso il nord di Israele, molti dei quali sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerei. Secondo i vertici, sarebbe stata colpita la base militare israeliana di Meron, sulle alture del Golan, come “rappresaglia per gli attacchi israeliani a villaggi e case nel sud del Libano e un segnale di a sostegno alla resistenza coraggiosa e onorevole del popolo palestinese”.
Nessun riferimento, invece, alle esplosioni di cercapersone e walkie talkie registrate tra martedì e mercoledì. Secondo quanto reso noto dall’emittente Abc, che ha citato il racconto di un funzionario dell’intelligence americana, Israele potrebbe aver pianificato le esplosioni per quindici anni tra la creazione di società fittizie e i molteplici livelli di sotterfugi. Inoltre, alcuni dei soggetti coinvolti probabilmente non sapevano di essere al servizio dell’intelligence di Tel Aviv.
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Tornando agli attacchi delle scorse ore firmati dagli israeliani, gli Stati Uniti hanno affermato di non essere stati informati dell’attacco, come confermato da John Kirby del Consiglio per la sicurezza nazionale. Nonostante ciò, una soluzione diplomatica per ridurre le tensioni tra Israele e Hezbollah è ancora possibile. Ma attenzione alle ritorsioni degli altri nemici dello Stato ebraico. Il gruppo palestinese Hamas ha definito i raid aerei su Dahiyeh una “aggressione terroristica odiosa”, rappresentando una “escalation” dei “crimini” commessi in Libano. L’affondo più pericoloso è quello che arriva dall’Iran.
Il ministero degli Esteri di Teheran ha stigmatizzato senza mezzi termini l’attacco aereo israeliao. Così il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran Nasser Kanani: “Il brutale e feroce attacco aereo del regime sionista su Beirut è una grave violazione del diritto e dei regolamenti internazionali, nonchè una violazione della sovranità, dell’integrità territoriale e della sicurezza nazionale del Libano”.
Anche la Russia ha espresso grossa preoccupazione per la situazione in Libano. Il ministero degli Esteri di Mosca ha messo in guardia Israele da un’operazione su larga scala in Libano e ha invitato a evitare questo “scenario catastrofico”. “Siamo convinti che il lancio di un’operazione militare su larga scala in Libano avrebbe conseguenze devastanti per la sicurezza dell’intero Medio Oriente. È necessario evitare uno scenario cosi’ catastrofico”, le parole della portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova. il Cremlino aveva già giudicato gli attacchi contro il Libano una “grave violazione della sua sovranità e una seria sfida al diritto internazionale attraverso l’uso di armi non convenzionali”.
Franco Lodige, 21 settembre 2024
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