Oggi approda in Consiglio dei Ministri il decreto per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. È una buona notizia per il governo e per l’Italia. Dal primo punto di vista, non si può non considerare la velocità con cui Matteo Salvini ha realizzato ciò che aveva promesso in campagna elettorale, sgombrando il terreno da tutti gli ostacoli burocratici e politici che tenevano fermo da anni il progetto.
Ancora una volta l’anima pragmatica e fattiva della Lega si mostra un’arma vincente e una leva per chi vuole rimettere in sesto il Paese. È un esempio per tutto il governo, che non deve farsi irretire più di tanto dalle polemiche ideologiche e strumentali messe in campo ogni giorno da una sinistra senza idee che detta la propria agenda a giornali e opinione pubblica. Alla palese faziosità e ai velleitarismi della sinistra, soprattutto nella sua ultima e populistica versione (Schlein più Conte), il governo deve rispondere coi fatti, con le realizzazioni pratiche che interessano concretamente la vita degli italiani.
Per approfondire
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- Ponte sullo Stretto, non costruirlo danneggia l’ambiente
Il Ponte sullo Stretto è sicuramente una di queste, e non solo per il valore simbolico che esso avrà, simile a quello che ebbe negli anni del boom economico la costruzione in pochi anni dell’Autostrada del Sole da Milano a Napoli. Esso infatti, collegando la Sicilia al continente, rappresenterà un volano per gli scambi commerciali e l’economia del Sud Italia, facendo risparmiare tempi e soldi e facilitando gli investimenti. Esso inoltre farà diminuire sensibilmente l’inquinamento in aria e in acqua, eliminando quel traffico di navi e traghetti che ha sporcato e rovinato negli anni uno dei tratti di mare più suggestivi del mondo, legato ai mitologici nomi di Scilla e Caiddi.
Con giusta enfasi, il Ministro delle Infrastrutture ha detto che ci trerremo di fronte al “Ponte più green e innovativo del mondo”. Il che dimostra come l’attenzione per l’ambiente possa andare di pari passo con la realizzazione di opere di grande ingegneria e come essa non debba essere intesa assolutamente in un’ottica pauperista e di decrescita come stupidamente la intendono gli ambientalisti ideologici che proliferano a sinistra.
Si tratta di ritornare a pensare in positivo, mettendo in un angolo il partito del no e dell’immobilismo scettico e diffidente. L’Italia deve ritrovare sé stessa, la sua anima creativa e innovativa. Che questa anima si spenga, non un inesistente e fantomatoco “fascismo” emergente, è il vero rischio che corriamo. Il Ponte sullo Stretto è il vero antidoto alla sfiducia assurda che nutriamo in noi stessi e che si è deposta col tempo in qualche atavico e profondo recesso della nostra mente.
Corrado Ocone, 16 marzo 2023