Porno e liberismo, il diavolo della sinistra moralizzatrice

La recensione di “Pornoliberismo” di Andrea Venanzoni edito da Liberilibri

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Difficile immaginare un titolo più scandaloso di Pornoliberismo. L’autore, coraggioso, è Andrea Venanzoni un brillante studioso di diritto, ma non solo! Dico coraggioso perché queste paroline associate, porno e liberismo, rappresentano infatti due bestie nere della sinistra moralizzatrice contemporanea. Questi due termini, tra i più detestati e mal digeriti da commentatori, intellettuali e politici esprimono invece una irrinunciabile aspirazione alla libertà individuale.

Mentre un tempo attorno alla liberazione del corpo si giocava la battaglia delle femministe libertarie che dicevano che del proprio corpo ogni donna poteva fare quello che voleva, le loro imitatrici attuali vanno in direzione opposta. La donna e il suo corpo vengono infatti viste non come qualcosa che ogni donna, individualmente, può utilizzare a proprio piacimento (ecco la libertà e la liberazione femminile!) bensì come qualcosa da proteggere da una narrazione che si presume eternamente “maschilista”, anche in un’epoca in cui quella che un tempo era nota come “virilità” è guardata con orrore.

Dall’altro lato, ovviamente, c’è l’ormai famigerato liberismo considerato la fonte di ogni male del mondo, dalla discriminazione razziale alle disuguaglianze economiche, dal cambiamento climatico fino alla sfruttamento del corpo della donna come oggetto sessuale. Questo libro originale, unendo questi due concetti, mostra come le forme più diverse del piacere sessuale e dell’utilizzo del proprio corpo sono divenute un presidio a tutela delle preferenze di ogni individuo, in una società che tende sempre più alla massificazione. «Il sesso, da sempre, non è soltanto un piacere, ma è prima di tutto una delle modalità più forti di comunicazione, di scambio, anche simbolico, di informazioni e proprio per questo di libertà» scrive Venanzoni che poi aggiunge: «Impossibile negare infatti che il sesso, in tutte le sue multiformi sfaccettature, abbia una fortissima componente libertaria ed eversiva di un ordine monolitico, granitico, basato su presupposti collettivizzanti: perché il sesso, quando consapevole, quando connesso alla radice profonda e razionalizzata dei propri gusti individuali, è autocoscienza».

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Tutto ciò, come è ben chiaro, come ogni forma di rapporto, ha a che fare con il libero scambio tra individui ovvero con la volontà di dare o prendere liberamente qualcosa dall’altro, ha a che fare con il desiderio, come in ambito economico. Ed ecco dove viene fuori la componente “liberista” del testo: «Libertà di scambio, incontro di volontà, di domanda e offerta, e intrinseca volontà di godere dell’essere umano hanno sconfitto la cappa censoria del potere… Non a caso, in quel tanto deprecato e negletto spazio di libertà che è il mercato, forgiato dall’incontro di scelte, preferenze, gusti, bisogni, desideri, anche il sesso ha lasciato germinare, tra domanda e offerta, un suo proprio segmento.»

Un saggio provocatorio, certo, ma che nasce da approfondite ricerche. E poi, da ricordare, il libro è arricchito da una irriverente prefazione di Giuseppe Cruciani!

Nicola Porro, Il Giornale 8 settembre 2024

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