Le elezioni europee appena concluse si prestano a qualche commento. Sono stati sottolineati i successi ottenuti da Farrage nel Regno Unito, da Marine Le Pen in Francia e da Matteo Salvini in Italia. Da più parti si è lamentato che questi risultati hanno favorito partiti sovranisti e populisti. Si è in genere anche aggiunto che, per fortuna, questi accidenti politici non sono riusciti a conquistare la maggioranza del Parlamento europeo. Vale la pena ricordare che la nostra Costituzione dice chiaramente che “la sovranità appartiene al popolo”.
Sovranisti e populisti, quindi, non sono efferati delinquenti, sono persone consapevoli che è il popolo titolare della sovranità di uno Stato, non certo i trattati internazionali. Chi vuole ottenere il consenso per governare il paese deve rivolgersi al popolo non ai benpensanti. Possono essere simpatici o meno, si può essere d’accordo con le loro idee o non esserlo, ma hanno il diritto di esistere e, se riescono ad ottenere il consenso della maggioranza, a governare. Personalmente, sono per molte ragioni in disaccordo con le loro tesi ma ritengo che non meritino di essere demonizzati. Il loro successo, oltre tutto, è certamente significativo anche per chi non si riconosce nelle loro idee.
L’europeismo della UE ha nauseato moltissima gente, anche fra quanti credono davvero nell’Europa unita. Si spiega così perché Le Pen abbia avuto più voti di Macron, Salvini più voti del PD, Farage più voti dei laburisti e dei conservatori. Invece di scomunicarli dovremmo renderci conto che, se non cambiamo l’UE in qualcosa di credibile, i suoi avversari continueranno a vincere. Tutto il resto è secondario.
Antonio Martino, 28 maggio 2019