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Povera Arisa che loda Meloni: i ‘tolleranti’ del gay pride la silurano

arisa gay pride

Non fatevi ingannare da Arisa, che sconta l’effetto Pierino: quando dice qualcosa di buon senso, non viene presa sul serio. Che cosa aveva detto Arisa pochi giorni fa? Che Giorgia Meloni non le dispiaceva, “ha la cazzimma”, per dire una tosta, una decisa, anche tignosa, una cazzimma democristiana si potrebbe eventualmente obiettare ma non è questo il problema. Aveva poi aggiunto, da madrina del gay pride, mondo cui resta contigua, che in questo contesto donna Giorgia andrebbe presa con maggiore attenzione, senza apriorismi, senza la forca preventiva di quel mondo gender, così compromesso con l’ideologia a una dimensione.

Arisa, al secolo Rosalba Pippa da Genova, anche se cresciuta a Potenza, non è una politologa, è una cantante tra le più squisite voci in circolazione, anche se non sempre valorizzata a dovere. Eppure ha detto cose semplici di semplice buon senso. Ha detto anche le cose che la sinistra sedicente democratica, tollerante e possibilista sostiene di facciata: odiare ti costa, siamo inclusivi, restiamo umani. Apriti cielo. Le si è scatenata addosso una disumana colata lavica di odio, via social, come se avesse voluto deportare i gay sui vagoni piombati anziché chiamarli ad una maggiore comprensione nell’interesse comune: smettiamola, aveva detto, coi furori contrapposti, portiamo avanti i temi, i diritti, le idee: cosa c’è di sbagliato in tutto questo?

Una e una sola cosa: considerare la lobby gay, o gender, come provvista di buon senso, di buona volontà e di lealtà morale e intellettuale; l’hanno immediatamente sputacchiata, diffamata, invitata ad ammazzarsi, augurata delle peggiori malattie, disprezzata, irrisa, offesa, compatita, smerdata. La solita, verace, immutabile, inguaribile tecnica comunista. Fino al climax: non farti vedere al prossimo Pride, è meglio per te.

Se no? Che fanno? Le danno fuoco, la crocifiggono in dark room? Voilà l’ecumenismo, la comprensione, la distensione degli odiare ti costa, signore, signori e senza sesso o di tutti i sessi. Odiare ti costa a te, a noi se mai ci fa guadagnare. Poi venissero a dire che cassare la legge Zan sui reati d’opinione è stato un errore: no, era una legge farisaica, come tale pericolosa, non forniva coordinate precise, certe per tratteggiare il possibile reato per la semplice ragione che quei lineamenti avevano da restare ambigui, duttili, malleabili a piacimento di chi manovrava la plastilina della morale: e voleva spedire dal giudice, e di lì dritto in galera, chi non si adeguasse, per esempio contestando, tanto per restare all’attualità, che un nerboruto brasiliano di Milano, fosse una ragazza. Il sovvertimento di ogni realtà. La violenza mentale autoperpetrata. La perdita del senso e il suo capovolgimento. La perdita del senno.

Ricapitolando: una cantante chiede uno sforzo di moderazione ad un mondo del quale è parte e madrina, rappresentante politica dello spettacolo: in risposta, le augurano morte violenta e la avvertono che farsi vedere alla baracconata non sarebbe salutare per lei. In attesa che l’immaginifica commissione Segre sui reati d’odio batta un colpo, ma restiamo scettici, non resta che prendere atto: la ragionevolezza e la sincerità, da quelle parti, sono percepite, ma non molto reali. Ma non è una cosa seria, ecco. Mamma mia che confusione! Dare della reazionaria fascista a Rosalba Pippa: ci vuole proprio l’allucinazione, in mala fede, di certa gente. Non farti vedere, meloniana di merda.

Ok, tutto chiaro. Il sesso non esiste, il cambiamento di sesso sì e chi lo nega deve andare in galera; i cambiamenti climatici nessuna scienza in nessuna maggioranza (si legga Franco Battaglia) li conferma, ma chi li nega deve andare in galera; il Covid è stato curato benissimo, tachipirina e vigile attesa erano la carta vincente, i respiratori pure, i vaccini non hanno mai disturbato nessuno anzi ce ne vogliono due la settimana e chi lo nega deve andare in galera; il Pd è il partito egemone, ha trionfato dappertutto, Elly Schlein è meglio di Pelé, di Maradona e Golda Meir e chi lo nega deve andare in galera; Fazio, Littizzetto, Gramelly e Lucia sono stati deportati, chi a La9, chi a Bruxelles, e chi lo nega deve andare in galera; Rosalba Pippa, in arte Arisa, è una fascista, una svalvolata, una odiatrice del mondo gender e chi lo nega in prigione, in prigione, e che gli serva di lezione. E comunque, compagni, il Pd al Salone del libro ha tenuto, zio cane, capito? Te-nu-to! Anzi, zioccane, come scriveva Cesare Battisti (no, non proprio, lui la bestemmia militante ce la metteva ed è per questo che i compagni lo compulsavano), uno che a lasciarlo libero al Salone avrebbe fatto furore come ai bei vecchi tempi.

Max Del Papa, 30 maggio 2023

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