Intervistato da Leggo.it, l’immancabile Fabrizio Pregliasco dice la sua sulla fine dell’obbligo delle mascherine quasi ovunque: “In questa fase epidemiologica può andare bene. Ci siamo guadagnati maggiore libertà anche grazie al lockdown e alle altre misure adottate. D’altronde, bastava prendere treni e bus per vedere quanti fossero insofferenti alla mascherina. In ogni caso, bisogna tenere presente che, in base ai dati dello sviluppo della malattia, potrà anche essere reintrodotta.”
Quindi, a parere di questo impareggiabile iettatore virale, ci saremmo guadagnati il diritto a girare senza maschera (diritto che è stabilito dalla nostra Costituzione e che una legge varata durante gli anni del terrorismo ne vieta recisamente l’uso nei luoghi pubblici) in virtù delle demenziali misure, le più rigide dell’Occidente, adottate per contenere un virus a bassa letalità? Ma mi faccia il piacere, direbbe il grande Totò ascoltando una simile, sesquipedale balla. Tant’è che l’eretica Svezia, al pari di molti altri Paesi che non hanno mai imposto alle persone di girare come zombi, non si è meritata proprio un bel niente, eppure conta assai meno morti di noi in rapporto alla popolazione residente.
A tale proposito, anche l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, intervistato sabato scorso dal Tg3 del Lazio, ha sostenuto la medesima tesi, dicendo addirittura che le mascherine ci hanno salvato dal Covid, sebbene già nella primavera del 2020 non il sottoscritto, bensì l’Organizzazione Mondiale della Sanità avvertiva che l’uso indiscriminato di questo presunto dispositivo di protezione individuale rischiava di peggiorare la situazione, infondendo tra le persone un falso senso di sicurezza. Mentre alcuni autorevoli studiosi, come l’oncologo Mariano Bizzarri e il virologo Guido Silvestri, hanno più volte sottolineato che non esistono studi che confermino in modo incontrovertibile l’efficacia sul piano epidemiologico dell’uso massivo delle mascherine.
Ma per Pregliasco questa sorta di feticcio, che per noi aperturisti ha rappresentato un doloroso simbolo di oppressione e di assoggettamento ad un intollerabile regime sanitario, deve restare nel bagaglio delle cose da tenere sempre in tasca e da utilizzare all’occorrenza. Ed in tal senso l’igienista Milanese lancia un appello ai nuovi inquilini di Palazzo Chigi, i quali sembra che non abbiano la minima intenzione di seguire la linea oltranzista dei loro predecessori: “Mi auguro che, finite le dichiarazioni elettorali, a prevalere sarà comunque la scienza.” Il che, tradotto dalla lingua supercazzolese di Pregliasco, rappresenta un chiaro invito rivolto al nuovo governo ad osservare pedissequamente le indicazioni di quella sinistra schiera di talebani sanitari, come il genio in oggetto, che da quasi tre anni a questa parte hanno fatto del terrore virale una vera propria e ben retribuita professione.
Che ci piaccia o meno, nella nuova normalità invocata da Pregliasco “potrebbe sempre esserci l’esigenza di avere ulteriori stringenze in futuro se ce ne dovesse essere bisogno. Cerchiamo comunque di mantenere l’uso delle mascherine in situazioni di rischio particolari”, ha ammonito il leader del partito dei fobici virali di questo disgraziatissimo Paese. In conclusione, parafrasando un celeberrimo passo delle Catilinarie, “fino a quando, Pregliasco, continuerai ad abusare delle nostra pazienza?.
Claudio Romiti, 1º ottobre 2022