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Prendere in giro gli elettori è pericoloso

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Il sondaggio del weekend sul Corriere della Sera, a cura dell’istituto di Nando Pagnoncelli, lo ha certificato, corroborando con i numeri una evidenza politica e sociale: questo governo rosso-rosso nasce nettamente minoritario nel Paese.

E non è questione (solo) di condizione numericamente minoritaria delle forze politiche che lo sorreggono, a fronte di un centrodestra che, se fosse unito, potrebbe guadagnare un’agevole maggioranza assoluta. È questione di contenuti, di temi, di priorità, di orientamenti.

Dimentichiamo per un momento i partiti, e concentriamoci sulle cinque linee-guida che gli elettori hanno consegnato a tutti, alle politiche del 2018, alle Europee di pochi mesi fa, e in ogni analisi, in ogni sondaggio, in ogni rilevazione.

1. Meno Europa e meno dipendenza dall’asse franco-tedesco.

2. Più autonomia regionale.

3. Meno tasse.

4. Più controllo dell’immigrazione.

5. Meno Pd.

Ecco, su tutti e cinque questi punti, il governo Conte bis va in direzione opposta. Ci propone più Europa e più dipendenza rispetto a Parigi e Berlino; si mette di traverso rispetto all’autonomia regionale (ha già iniziato, già dal primo minuto di gioco, una guerra giuridica contro il Friuli-Venezia Giulia); non è certo liberale in economia; minaccia di riallentare la politica sull’immigrazione; e, gran finale, è stradominato dal Pd quanto a facce, poltrone, parole e musica, con i Cinquestelle ridotti a una specie di movimento giovanile dem.

Andare così nettamente contro i sentimenti e le ragioni degli elettori è per definizione pericoloso. Facile immaginare che il collante politicista (nomine in primavera, paura di Salvini, eccetera) consentiranno all’esecutivo di durare. Ma già le Regionali in calendario (a partire da Umbria, Calabria ed Emilia-Romagna) possono trasformarsi in una via crucis per Pd e M5S. Che – purtroppo per loro – troveranno sulla loro strada delle entità non controllabili: gli elettori.

Daniele Capezzone, 9 settembre 2019

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