È dunque il caso di ricompitare alcuni principi essenziali, direi perfino elementari. La prescrizione non è una furbata del cittadino, ma un sacrosanto venir meno della pretesa punitiva dello Stato se la giustizia non è stata in grado, dopo un tempo lunghissimo, di concludere il procedimento. Prendersela con il cittadino è surreale: sarebbe come aggredire il malato se un ospedale non funziona.
Quanto all’idea di affrontare il problema rendendo ogni processo eterno, lasciando potenzialmente il malcapitato per tutta la vita sotto la spada di Damocle, c’è una sola cosa che va chiesta ai fautori di questo capolavoro: e se capitasse a voi?
Daniele Capezzone, 10 febbraio 2020