Tra Nato, Nazioni Unite e Unione europea, i soldati italiani sono protagonisti in tutto il mondo. I nostri militari formano le forze armate di altri Paesi ma soprattutto sono impiegati per mantenere la stabilità in zone critiche. Con lo scoppio della crisi in Ucraina, la guerra è tornata a bussare alla porta dell’Europa e ogni missione rappresenta un potenziale rischio. Emblematico quanto accaduto ieri nel Mar Baltico, dove gli Eurofighter dell’Aeronautica Militare schierati nella Task Force 4th Wing – operativa nella base polacca di Malbork – hanno effettuato una doppia intercettazione di aerei russi.
Lanciato dal centro di comando della Nato con sede a Uedem, in Germania, l’allarme è scattato nelle mattinate di giovedì e di ieri per un velivolo non identificato in volo sulle acque internazionali del Mar Baltico. Una volta identificati i velivoli, gli F-2000 italiani hanno fatto rientro nella base di Malbork. La Task Force Air “4th Wing” impiega quattro velivoli Eurofighter (F-2000) provenienti da quattro Stormi di difesa aerea dell’Aeronautica Militare: 4° Stormo di Grosseto, 36° Stormo di Gioia del Colle, 37° Stormo di Trapani e 51° Stormo d’Istrana. È la seconda volta che un contingente italiano viene impiegato in Polonia in operazioni di enhanced Air Policing (eAP), la missione di difesa collettiva a guida Nato che consiste nella continua sorveglianza dell’integrità dello spazio aereo della Nato nonché nell’identificazione di eventuali violazioni, di fronte alle quali devono scattano azioni di contrasto.
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Già realizzata in Estonia, Romania e Islanda, l’operazione Air Policing in Polonia non è l’unica a coinvolgere militari italiani. In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’alleanza Atlantica ha dispiegato le proprie forze in alcuni territori vicini. Quasi mille membri dell’esercito italiano sono tra Ungheria e Bulgaria con l’obiettivo di rafforzare “la postura di deterrenza e difesa della Nato sul fianco est”. Altri 370 militari, con un centinaio di veicoli, fanno parte della missione Nato Battlegroup Latvia, che contribuisce alla difesa delle frontiere lettoni con la Russia.
Con la recente missione navale Aspides nel Mar Rosso, l’impegno militare italiano nel mondo è salito a 43 operazioni, tutte molto diverse tra loro. Secondo quanto reso noto da Master X, nel 2023 i soldati, marinai, aviatori, carabinieri, finanzieri e poliziotti italiani impegnati all’estero sono stati 11.520. Dalle attività di peacekeeping come la United Nations Interim Force all’European Union Training Mission in Mali e Somalia, va fatta una distinzione da caso a caso. Ma è inutile sottolineare che, oltre al Medio Oriente, i riflettori sono accesi principalmente sull’est Europa, dove in totale sono impiegati 2.120 uomini per il rafforzamento della presenza Nato.
Franco Lodige, 30 marzo 2024
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