Price cap, l’Ue fa un buco nell’acqua. Tutto rimandato sotto Natale – LIVE

La proposta di Ursula von der Leyen rompe l’Europa. L’Italia: “No all’accordo”. Spagna: “Uno scherzo”

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Appena un mese fa, Mario Draghi sull’Italia regnante, non poteva passare giorno senza che i grandi giornali si occupassero di price cap. Pareva quasi che senza il tetto al prezzo del gas l’Italia sarebbe sprofondata nel buio, o almeno così la raccontava Supermario e riportavano fedelmente i cronisti. Oggi che Draghi non c’è più, si fa fatica a trovare aperture di giornale con le novità sul metano e le trattative in Europa.

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Eppure di motivi per parlarne ce ne sarebbero a bizzeffe. La Commissione Ue ha fatto la sua proposta: tetto a 275 euro che entra in vigore solo se il prezzo supera la soglia per 15 giorni e non si discosta troppo da Gnl, ovviamente con la possibilità di sospenderlo non appena si presenta il rischio di una riduzione delle forniture da parte dei fornitori. Una proposta, quella di Ursula von der Leyen, che ha fatto infuriare Italia, Spagna, Francia e quasi tutti i Paesi che con Supermario avevano appoggiato la misura. Gioisce solo la Germania, che ieri per bocca di Olaf Scholz ha rassicurato i consumatori: la crisi energetica tedesca è “sotto controllo” e i 200 miliardi messi a bilancio dal Cancelliere basteranno per tenere basse le bollette di cittadini e imprese.

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Per carità: la battaglia per il price cap è solo iniziata. Noi siamo sempre stati molto scettici sulla misura, e lo abbiamo detto più volte, il governo Meloni invece no. L’aspetta con ansia. Tanto che oggi, prima del vertice dei ministri dell’Energia a Bruxelles, i 15 Paesi favorevoli si sono riuniti e hanno deciso di non accettare il piano Ue sul gas.

Segui qui sotto la diretta.

09.00 Pichetto Fratini: “I Paesi non accettano il price cap Ue”

A termine della riunione con i “paesi critici” sulla proposta di price cap avanzata dall’Ue, il ministro dell’Energia dell’Italia, Gilberto Pichetto Fratin spiega che “c’è la condivisione di non aderire” al piano presentato dalla Commissione Ue.

09.20 La Francia: “Proposta insufficiente”

Anche Parigi si schiera contro il price cap. “Non è sufficiente – ha detto il ministro della Transizione Energetica della Francia, Agnes Pannier-Runacher – e bisogna continuare a lavorare sulle relazioni con la Norvegia per limitare il prezzo del gas ma anche sul disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità e continuare a lavorare ugualmente su una profonda riforma del mercato”.

10.00 La Spagna: “Dall’Ue scherzo di cattivo gusto”

La ministra della Transizione Energetica della Spagna, Teresa Ribeira, attacca: “Il price cap così come è stato concepito appare uno scherzo di cattivo gusto da parte della Commissione europea e la maggioranza degli Stati membri guarda con preoccupazione a ciò”.

10.08 La Commissione: “Ne riparliamo a Natale”

Di fronte al fuoco contrario di almeno 15 Paesi contro la proposta della Commissione Ue, la commissaria europea all’Energia Kadri Simson allontana la decisione sul tetto al prezzo del gas. Oggi, insomma, sarà un nulla do fatto. “Sappiamo che c’è un altro Consiglio nella settimana di Natale, ci incontreremo lì”, dice. Dichiarazione che manda su tutte le furie la Polonia: “Dopo così tanti mesi di discussioni e di proposte scritte degli Stati membri – dice la ministra per il Clima della Polonia Anna Moskwa – ci aspettiamo una vera discussione oggi” e una proposta vera “non a Natale, ma nei prossimi giorni. Siamo pronti a venire qui in ogni momento a discutere per tutto il tempo necessario”.

10.30 La Germania non fa passi indietro: “Ma pronti a negoziare”

Che fosse Berlino la capitale più critica sullo strumento del price cap non è certo una novità. Alla Germania la proposta della Commissione andrebbe bene, visto che di fatti non scatterebbe mai e comunque sarà temporanea e revocabile. Per l segretario di Stato agli Affari Economici e al Clima Sven Giegold, la proposta di Bruxelles “è già una sorta di compromesso”. Per Berlino sono necessarie solo “modifiche minori”, ma “in generale va nella direzione giusta”. La loro. “Tuttavia – concede alla fine – molti altri Stati membri stanno dicendo che non sono d’accordo: li prendiamo sul serio e siamo aperti a negoziare con loro”. La Germania teme che un tetto troppo basso possa portare i fornitori a vendere altrove il gas, creando un rischio razionamento o mancanza in tutta Europa. “Per noi – dice il tedesco – è importante che sia un limite dinamico e non un limite fisso e tutto questo è nella proposta della Commissione”.

11.00 Atene: “Questo non è un price cap”

Non le manda a dire il Ministro dell’Ambiente e dell’Energia greco, Kostas Skrekas: “Fissare il prezzo massimo a 275 euro a megawattora non è davvero un tetto”. Poi aggiunge: “Stiamo perdendo tempo prezioso senza risultati e dobbiamo proteggere le famiglie europee e la credibilità dell’Europa”.

11.40 L’Olanda: “Price cap rischia di danneggiare stabilità del mercato”

Rob Jetten, il ministro olandese per le politiche energetiche, mette una pietra tombale sulla proposta di price cap avanzata dalla Commissione Ue. “Nella proposta di price cap c’è un rischio di danneggiare la sicurezza dell’approvvigionamento e un rischio per la stabilità del mercato finanziario. Anche io sono molto critico nei confronti di questa proposta ma da un punto di vista diverso rispetto ai miei colleghi”.

16.00 Price cap, la commissaria Ue: “Vogliamo il tetto più giusto”

Kadri Simson, commissario all’Energia dell’Ue, esce con un nulla di fatto dalla riunione odierna sul price cap. Se ne riparla, forse, sotto Natale. “Il meccanismo di correzione del mercato del gas non riguarda solo un numero – ha detto – È una serie complessa di parametri per evitare uno scenario come quello di agosto dello scorso anno. Ma allo stesso tempo dobbiamo evitare che i cargo di Gnl deviino rotta fuori dai terminl europei”.

16.30 Il ministro italiano: “Non votiamo il price cap”

La soluzione ipotizzata da Bruxelles continua a non soddisfare l’Italia anche dopo la conclusione della riunione. “Così com’è non lo votiamo – ha detto Gilberto Pichetto Fratin – Non è una questione di numeri, ma di criteri. Si tratta di trovare un punto di convergenza. Io stesso ho detto al tavolo che possiamo anche fare a meno di fissare un tetto, se i criteri sono chiari per raggiungere l’obiettivo che perseguiamo, intervenire evitando la speculazione e l’esplosione dei prezzi del gas”. Certo, oggi abbiamo una bozza rispetto al passato, ma i 275 euro fissati dalla Commissione sono troppo alti per buona parte degli Stati seduti al tavolo. “Ci sono interessi contrapposti, ma dopo molte ore di valutazioni oggi è emerso un clima di estremo equilibrio e di volontà conciliante”. Anche da parte di Germania e Olanda, che per ora restano contrarie.

Per costringere gli altri Stati a trattare, l’Italia e altri paesi hanno deciso di non approvare le altre due parti del piano europeo sul caro energia, ovvero le regole sugli acquisti comuni e quelle sulle energie rinnovabili. Il motivo? Il pacchetto verrà approvato tutto insieme, price cap compreso.

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