C’è un bellissimo libretto che si legge d’un fiato e che consiglio di leggere: Il Regime in Redazione, di Massimo De Manzoni, condirettore della Verità. Questo è un momento giusto per segnalarlo e fra poco vedrete perché.
Il 20 dicembre l’Europa ha messo il tetto al prezzo del latte e del pane. Il tetto del primo è 100 euro al litro, quello del secondo 100 euro al chilo. Se poco poco questi prezzi s’azzardano a superare quel tetto – il che, se uno vuole essere pignolo, vuol dire che è consentito sfondare il tetto o, se volete, che non c’è alcun tetto – se poco poco, dicevo, il tetto è superato, e non una volta ma per tre giorni consecutivi, automaticamente il prezzo scende al valore del tetto e vi rimane per 20 giorni. Così quel prezzo può essere 200 di lunedì e martedì e 99 di mercoledì, 200 di giovedì e venerdì e 99 di sabato… Non so, non me ne intendo e quindi domando lumi.
Invece una cosa che non stimola alcuna domanda, ma stimola altro, è che di questa bella pensata dobbiamo pure essere grati e ringraziare chi l’ha avuta. Infatti Meloni ha ringraziato Draghi, e non ho capito se lo ha fatto per eccesso di cortesia o per furbizia, cioè, come a dire che guardate io non c’entro. In ogni caso, tutti (quasi tutti) ragliano vittoria. Esattamente come quasi tutti hanno ragliato vittoria per il successo ottenuto con gli esperimenti di fusione nucleare, ove è stato speso 100 d’energia per ottenere 3. Chi ci capisce faccia un fischio.
In realtà parliamo non di latte o pane ma di gas. Il cui prezzo è stato ben al di sotto del tetto che sarebbe a 180 – e per molti anni è stato al di sotto di 30. Chissà se i consumatori si accorgeranno della misura: io scommetto di no, ed entro 3 mesi potremo stabilire chi avrà avuto ragione. Ammesso che effettivamente la misura sarà mai implementata – e io ho i miei dubbi.
La leggenda metropolitana è che questi aumenti sarebbero colpa della guerra di Putin. A parte il fatto che Putin non ha mosso alcuna guerra alla Ue – e men che meno all’Italia – sembra invece che la colpa sia della borsa privata del gas, che in questo ultimo periodo ha fatto lievitare il prezzo di tutto il gas facendo riferimento al costo di quantitativi marginali di gas non russo che servono per completare il fabbisogno di punta dell’Europa. In ogni caso, a guardare i fatti, anche il prezzo speculativo è stato pochissime volte sopra i 180 euro.
Per approfondire
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Detto diversamente, la misura per la quale tutti festeggiano, sembra più una licenza agli speculatori di arrivare a 180 e, per di più, piangere miseria di essere impediti dalla politica di non poter superare questo limite. Cosicché, anziché regolare la borsa, i governi la consacrano ad oracolo del prezzo del gas. Il cui costo agli importatori è pomposamente tenuto come geloso segreto industriale. Un segreto di Pulcinella: lo Stato italiano è partecipe al 30% del principale importatore, che è l’Eni. Saprà pure, il Governo (o, almeno, Draghi prima, Meloni ora), a quale prezzo Gazprom abbia venduto il proprio gas, e sapendolo, potrà pur intervenire a livello nazionale, senza l’aut-aut di o pretendere l’intervento della Ue o restare inattivo.
Non voglio essere proprio io a difendere la Ue – che è una cosa che non m’è mai piaciuta fin da quando nacque (ma è questo un parere personale) – ma anziché fare i piagnoni, forse faremmo bene a riconoscere i nostri errori delle sbagliate politiche energetiche degli ultimi 30 anni. A queste politiche ha sì contribuito la propaganda verde-ambientalista, ma alla fine è peggio per noi di esserci lasciati da essa abbindolare. Finché non si ha coscienza della turlupinatura ambientalista non ne verremo fuori. E non c’è price cap che tenga. Soprattutto se è farlocco, come questo che fa a (quasi) tutti ragliare vittoria.
Torniamo al libretto suggerito all’inizio: tutti i tg, dico tutti, hanno esultato che la ragione per cui il 21 dicembre il prezzo del gas fosse di 90 €/MWh è che 2 giorni prima avevano annunciato il tetto a 180 €/MWh. Il libretto di De Manzoni è uscito una decina di giorni prima e questa chicca non era inclusa tra le argomentazioni a sostegno del regime, ma ci sta.
Franco Battaglia, 23 dicembre 2022