Ecco, quello che veramente teme Chiara Ferragni. Non tanto aver perso due milioni di euro in poche ore, uno per via della multa dell’Antitrust e il secondo come donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. A preoccupare, ancor più della fuga di follower da Instagram, è che la reputazione rovinata possa spingere le società e le aziende a non legare mai più il proprio marchio al suo volto. L’incubo si è già materializzato oggi. Dopo neppure una settimana dallo scandalo del pandoro Balocco, Safilo Group, tramite una nota, ha comunicato “l’interruzione dell’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Chiara Ferragni a seguito di violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio”.
Secondo quanto scrive il Corriere, la decisione della Safilo è strettamente legata allo scandalo del pandoro Balocco e delle uova di Dolci Preziosi. L’accordo tra l’azienda e la influencer, infatti, prevedeva il rispetto di correttezza e buona fede nella condotta. L’annuncio della partnership risaliva al 2021 e riguardava la produzione e la distribuzione di occhiali eyewear a marchio Chiara Ferragni, sia da sole che da vista, messi in vendita dal 2022.
Non solo. Adesso i legali della moglie di Fedez sono al lavoro per “risolvere” la grana giudiziaria in procura di Milano. I procuratori hanno ricevuto l’esposto del Codacons e hanno aperto un fascicolo “modello 45”, dunque senza ipotesi di reato né indagati. Almeno per il momento. Gli avvocati della influencer sono andati in procura per dimostrare la totale collaborazione che l’imprenditrice digitale intende portare avanti.
Cosa cercano di capire intanto i magistrati? Il vice procuratore milanese, Eugenio Fusco, ha incaricato il settore Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di raccogliere la documentazione contrattuale correlata alla promozione del dessert natalizio, senza tuttavia emettere un particolare ordine di presentazione. Le Fiamme Gialle, nelle prossime giornate, si dirigeranno anche presso gli uffici dell’Antitrust per acquisire i dati del procedimento svolto di fronte all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, conclusosi con una sostanziosa multa per pratiche commerciali non corrette.
Per fare chiarezza sulla questione, è molto probabile che, dopo l’analisi dei documenti, venga convocata la stessa Ferragni. Il Codacons ha presentato un esposto per truffa, ma fonti della procura a La Presse fanno sapere che è complicato che effettivamente possa essere contestato questo reato sia a carico della influencer che delle due società che ne gestiscono l’immagine e il marchio. I pm stanno ragionando invece sull’ipotesi, non scontata, di “frode in commercio”, un reato che punisce chi “consegna una cosa mobile” che “per origine, provenienza, qualità o quantità diversa da quella dichiarata o pattuita”.
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