“Ogni persona di colore prenderà il posto di un ricercatore bianco che è stato o avrebbe potuto essere pubblicato. E questo è un futuro per cui vale la pena combattere” conclude, tra gli applausi. Sì. Tra gli applausi. La Williams è un po’ perplessa. E il merito? E i contenuti? Prende la parola (avviene qui). Esordisce dicendo che siccome gli studi i classici sono alla base della civiltà occidentale… “Noi NON siamo la civiltà occidentale”, viene interrotta da una delle relatrici. Poi prova a ricordare l’importanza che Omero, Cicerone, Tucidide… “Lei sta citando tutti maschi” fa notare trionfante la stessa relatrice.
“Io credo nel merito! – insiste la Williams sempre più stressata – Lei, Padilla, ha forse preso la cattedra perché è nero, ma io vorrei pensare sia per merito”. Come dire, anche a lei non farebbe piacere essere pubblicato solo grazie al colore della sua pelle. Ma l’affermazione è maldestra e presta il fianco. “Sapevano che sarebbe arrivata a questo”, sospira la relatrice. Padilla alza le braccia di fronte all’ennesima discriminazione. Gli altri le si fanno intorno. La Williams lascia il microfono e batte in ritirata.
Paradosso conclusivo: chi non è d’accordo a giudicare le persone in base al colore della pelle, è un razzista.
Stefano Varanelli, 29 marzo 2019