L’elezione del Presidente della Repubblica ha rappresentato per il centrodestra un’occasione perduta. Dopo giorni di dibattiti, discussioni e nomi proposti che hanno incontrato i veti della sinistra del M5S, la coalizione si è sfaldata con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che hanno preso strade diverse. Con la rielezione di Mattarella si è scelto di non scegliere ma le modalità con cui si è arrivati a questa (non) decisione avranno delle conseguenze sullo scenario politico a partire dalla tenuta del centrodestra, dalla probabile approvazione di una nuova legge elettorale e dagli equilibri nel governo.
Gli errori del centrodestra
Il dato politico è che si è arrivati alla rielezione di Mattarella con la coalizione di centrodestra spaccata e con un centrosinistra e un Movimento Cinque Stelle che, benché fosse lacerato al proprio interno, ha preferito portare avanti una tattica attendista bocciando una ad una le proposte del centrodestra e de facto intestandosi il bis di Mattarella. È sotto gli occhi di tutti come siano stati compiuti dal centrodestra una serie di errori nella partita quirinalizia avvenuta pochi mesi dopo il risultato non proprio brillante (per usare un eufemismo) delle amministrative nelle grandi città.
La settimana che ha preceduto l’elezione di Mattarella, ha dimostrato l’esistenza di una serie di fratture all’interno della coalizione emerse dapprima nell’impossibilità di puntare su un nome condiviso poi nel risultato sotto le aspettative di Elisabetta Casellati a cui sono mancati anche numerosi voti del centrodestra.
Una politica incapace
Le trattative per arrivare al Mattarella bis sono state particolarmente difficili e hanno fatto emergere un’immagine della politica incapace di trovare un accordo e una soluzione con un dibattito che si è trascinato per settimane con veti, contro veti, rumours, dichiarazioni, incontri più o meno segreti. Un modus operandi che, a onor del vero, ha sempre caratterizzato l’elezione per il Presidente della Repubblica ma questa volta è sembrato, in un contesto socio-economico caratterizzato da due anni di pandemia, particolarmente distante dal comune sentire dei cittadini.
Le soluzioni: primarie e presidenzialismo
Alla luce di tutto ciò, riteniamo debbano essere portate avanti due proposte: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica (presidenzialismo) e le primarie di coalizione.
Partiamo dal primo punto. L’impasse dei grandi elettori nello scegliere l’inquilino al Quirinale, il ruolo crescente in termini di potere e interventismo assunto dal Presidente della Repubblica negli ultimi anni, sono elementi che fanno propendere verso la necessità di un Presidente scelto dal popolo come avviene in altre nazioni (Francia e Stati Uniti su tutti). Peraltro la rielezione per la seconda volta di un presidente rappresenta un’anomalia nel nostro sistema democratico e testimonia la crisi che sta vivendo la politica italiana che, prima si affida ai tecnici, poi è incapace di trovare un accordo e compie una non scelta.
In questo contesto si inserisce la nostra seconda proposta che sono le primarie. Sia che si voglia rifondare il centrodestra o dar vita a una federazione o costruire una nuova alleanza, c’è una sola strada seguire ed è quella delle primarie per coinvolgere gli elettori nella scelta dei propri leader e rappresentanti.
Riteniamo le primarie di coalizione possano rappresentare la strada giusta per immaginare il centrodestra del futuro. Devono senza dubbio essere precedute da una riflessioni sui programmi, sui temi e sul perimetro della coalizione ma si tratterebbe di un’occasione importante per una maggiore chiarezza e soprattutto per coinvolgere un elettorato che rischia di essere sempre più disilluso.
L’idea non è quella di primarie come le abbiamo conosciute negli ultimi anni da parte della sinistra con dinamiche non sempre trasparenti e regole autodeterminate, bensì regolamentate. Le primarie non rappresentano di certo la panacea di tutti i mali ma sono una soluzione se non altro per rendere più trasparente la scelta dei propri rappresentanti da parte dei cittadini.
Queste proposte si inseriscono all’interno di uno scenario più ampio che è la necessità di ripensare il centrodestra per come l’abbiamo concepito fino ad oggi: prima le amministrative, poi il voto sulla Presidenza della Repubblica, ci hanno dimostrato che occorre rifondare un nuovo centrodestra, l’appuntamento alle elezioni politiche si avvicina sempre di più e non prevediamo nulla di buono all’orizzonte.
Francesco Giubilei, 1 febbraio 2022