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“Primo in stupidaggini”. Lerner attacca Meloni, Feltri lo stende

Il premier piange di fronte alla Comunità ebraica di Roma. Ma per Ovadia e Lerner non basta mai

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Vada come vada, la Meloni sbaglia. Se rinnega ogni legame col fascismo, loro le intimano di togliere la Fiamma dal simbolo, le stessa che però non chiesero mai a Fini di cancellare da Alleanza Nazionale. Se condanna le leggi razziali, se ne infischiano. Se piange di fronte alla comunità ebraica, vogliono sempre qualcosa in più. Moni Ovadia Gad Lerner considerano la “macchia di destra” talmente potente che nulla potrà mai fare la leader di Fdi per “accontentarli”. Qualcuno potrebbe obiettare che forse sarebbe meglio infischiarsene e tirare dritto. Ignorarli insomma. Invece per Vittorio Feltri è arrivata l’ora smetterla di “bersagliare” Meloni per ogni frase che esce dalla sua bocca. E sottolineare chiaramente quando i due “intellettuali” di cui sopra prendono un grosso granchio. Come stavolta.

La cronaca, innanzitutto. Ieri Meloni ha abbracciato il presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Draghello, e senza tanti giri di parole ha definito le leggi razziali italiane, cioè fasciste, “una ignominia”. Non è la prima volta, va detto, anche se a sinistra fingono di non accorgersene. E mentre anche David Parenzo è arrivato ad ammettere che quelle di ieri sono state “parole molto importanti che le fanno onore”, c’è qualcuno che proprio non riesce a togliersi dalle orecchie il prosciutto dell’ideologia. Per dire, Gad Lerner ha detto che “dichiararsi amici di Israele non basta a rimuovere le colpe storiche del razzista Almirante, di cui fino a ieri rivendicava l’eredità”. Mentre Moni Ovadia è convinto che “la Meloni è una politica capace e questo gesto fa parte del suo naso politico”. Insomma: opportunismo, scarso tempismo, “però Almirante era razzista”. Solita storia.

Prima o poi chiederanno a Meloni anche di dissociarsi dalle violenze delle legioni di Augusto ai tempi dell’impero romano. Ma non c’è da stupirsi. Come scrive oggi Andrea Indini sul Giornale, Ovadia e Lerner sono solo i più arditi esempi degli “ultimi «partigiani» asserragliati contro la Meloni”. E infatti Vittorio Feltri, uno che di solito non usa mezzi termini, non le manda a dire al compagno col Rolex. “Ormai Gad Lerner è diventato il ‘grillo parlante’, se devo fare il calcolo delle stupidaggini dette dalle persone note credo che lui arrivi primo in graduatoria – dice il direttore all’Adnkronos – Quando Fini, il capo di Alleanza Nazionale, andò in Israele e disse che il fascismo era il male assoluto ricevette gli applausi di tutti e diventò poi presidente della Camera. Non capisco perché Fini allora non ricevette critiche mentre la povera Meloni viene bersagliata sempre da tutti”.