L’intelligenza artificiale promette di essere un game changer per tutti i settori dell’economia, un acceleratore di produttività e competitività che non lascerà indenni né le imprese più “tradizionali” né quelle più innovative. Tanto che sempre più spesso si parla dell’IA come della nuova “rivoluzione industriale”.
Impatto del 7% sul Pil mondiale
Le stime numeriche sul potenziale impatto in termini di valore aggiunto sono ancora poche e difficili, dato che la tecnologia di cui stiamo parlando è in una fase iniziale del suo sviluppo, anche se le potenzialità sono evidenti. Una stima di Goldman Sachs Research vede l’impatto dell’AI sul Pil mondiale al 7% entro il 2033. Anche l’IA e le sue applicazioni restano ancora in una dimensione prevalentemente conoscitiva ed esplorativa, gli analisti concordano nel definire il potenziale di questa tecnologia “sconfinato” e il settore finanziario è uno degli ambiti che stanno mostrando maggiore interesse per le potenzialità di ChatGPT e simili.
Investimenti su misura
I modelli generativi dell’IA possono prendere in analisi una quantità sterminata di dati finanziari, per identificare trend e aiutare a prendere decisioni sugli investimenti più informate. Non solo. Il settore bancario può utilizzare l’IA generativa per creare esperienze personalizzate su misura di cliente, ad esempio attraverso la generazione automatica di report finanziari o raccomandazioni di investimento basate su profili e obiettivi molto specifici. Potenziali applicazioni che sembrano fatte su misura per segmenti ad alto valore aggiunto come il private banking.
Banca Generali apripista anche nell’uso della IA
Un esempio di chi già si muove in questa direzione in Italia è Banca Generali, che ha messo in atto un programma sperimentale di analisi documentale in collaborazione con un leader del settore tech. “Il nostro scopo, a risultati conseguiti, è di avviare una progettualità che si concentri inizialmente sull’assistenza alla rete, a supporto prima delle strutture di assistenza della banca, per uniformare e aumentare la qualità delle risposte, e, in seconda battura, direttamente ai consulenti finanziari. Nel quadro dell’assistenza, l’IA avrà un effetto positivo nel ridurre i tempi di attesa dei banker per avere informazioni”, spiega Riccardo Renna, Chief Operation Officer & Innovation di Banca Generali. L’intelligenza artificiale aiuta infatti ad analizzare i dati e a farlo in modo preciso e veloce. E tra questi vi sono quelli relativi al patrimonio finanziario dei clienti di una banca. “Conoscere ed analizzare in modo approfondito i dati consente di sviluppare una panoramica completa della situazione del cliente, per comprendere al meglio le sue esigenze e offrire un servizio su misura”, chiarisce Renna.
Centrale tesoro dei dati
In questo senso la cultura del dato è prioritaria, per un approccio data driven come quello che la private bank del Leone, forte quasi 100 miliardi di masse in gestione e circa 2.300 consulenti finanziari, sta adottando su iniziativa dell’amministratore delegato Gian Maria Mossa. Banca Generali da oltre un anno ha scelto di centralizzare il patrimonio informativo dei clienti, una scelta diretta a valorizzare i dati e ad elaborarli per generare nuove opportunità di crescita attraverso diversi canali: innovazione delle strategie di gestione, mantenimento della posizione competitiva, incremento dell’efficienza operativa.
Renna: “Una migliore gestione del risparmio”
“Ci siamo dedicati alla creazione di un vero e proprio dizionario, per metterci a disposizione il modo in cui i dati vengono estratti e modellati, oltre alla loro descrizione. Lo scopo finale è una democratizzazione del dato, con informazioni che saranno messi a diretto supporto dei banker, snodo fondamentale di interfaccia dell’istituto con i risparmiatori”, spiega Renna. Un processo che attraverso l’uso dell’Intelligenza Artificiale mira in primis a migliorare la gestione del risparmio, ma anche intercettare la liquidità non ancora affidata alla banca, “partendo dalle abitudini di spesa, riclusterizzato con l’IA, nel rispetto della privacy e adottando le best practice del caso, tutti gli acquisti dei nostri clienti per vedere se ci sono dei pattern d’interesse”. Nel complesso, conclude Renna, “sappiamo di muoverci in un contesto molto sfidante in tema di competenze da costruire e nuove tecnologie da combinare. Per questo stiamo valutando possibili sinergie con il Gruppo Generali, vista l’evoluzione molto veloce di questo contesto, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti tecnologici e casi d’uso che possono essere trasversali ai due mondi”.
Contenuto consigliato