Cronaca

Mondo al contrario

“Processano le opinioni”. Su gay e migranti il generale non arretra

Roberto Vannacci e il libro delle polemiche: “Frasi estratte dal contesto”. Crosetto: “Farneticazioni, lede l’Esercito”

Generale Vannacci libro

Dopo il polverone, le spiegazioni. Il generale di Divisione Roberto Vannacci, dopo le notizie esplose sul suo libro recentemente pubblicato e già sulla cima delle vendite di Amazon, rompe il silenzio e parla di “frasi estratte dal contesto” per costruire “storie che dal libro non emergono”. Insomma: una “decontestualizzazione” che avrebbe portato al “processo delle opinioni”.

Il caso si fa strada quando Repubblica pubblica un articolo-recensione sul “Mondo al contrario” a firma del generale, già comandante della Folgore, operativo in diversi scenari di guerra e ora alla guida dell’Istituto geografico militare. I titoli dei giornali sono tutti per lui: dalla frase sul sentirsi erede di Giulio Cesare alle invettive contro la dittatura delle minoranze e quel modo di fare politicamente corretto che sembra leggere la realtà all’opposto, appunto, di come la vivono le persone comuni. È un libro che prende le distanze da un mondo in cui “gli occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari”. Una nuova società dove “si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale” e dove “l‘estrema difesa contro il delinquente che ti entra in casa viene messa sotto processo”. Il generale si scaglia contro chi ci obbliga “ad adottare le più stringenti e costosissime misure antinquinamento” mentre “i produttori della quasi totalità dei gas climalteranti se ne fregano e prosperano”. Un mondo “al contrario”, come dice il titolo, dove “definirsi padre e madre diventa discriminatorio, scomodo ed inclusivo perché urta con chi padre o madre non è” e dove “non sai più come chiamare una persona di colore perché qualsiasi aggettivo riferito all’evidentissima e palese tinta delle sua pelle viene considerata un’offesa”.

Tuttavia alcune frasi, in particolare quelle sui gay (“normali non lo siete”) o su Paola Egonu (“è italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”), hanno portato prima l’Esercito a prendere le distanze “dalle considerazioni del tutto personali espresse dall’Ufficiale”. E poi il ministro Guido Crosetto ci ha messo il carico da undici, definendo le opinioni di Vannacci delle “farneticazioni” che “screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”. Inutile star qui a citare le numerose richieste di dimissioni da parte della sinistra tutta.

Le Forze armate hanno avviato un esame disciplinare, per capire se il generale ha infranto o meno qualche regola interna. Lui intanto si difende. “Le critiche non mi disturbano affatto e al ministro Crosetto non replico – dice all’Ansa – mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni”. Vannacci si dice pronto a “confrontarmi sulle mie opinioni e nel campo delle argomentazioni”. Spiega che quel “non siete normali” rivolto agli omosessuali non aveva accezioni negative o positive, perché “l’anormalità non è migliore o peggiore, non è buona o cattiva”. Infine rivendica che “la libertà di opinione è una delle radici della nostra radice libera e occidentale”. E si paragona a Giordano Bruno augurandosi che “nessuno voglia imporre un modo di vedere la realtà”. Poi conclude: “Hanno fatto una grande pubblicità al libro, magari le vendite aumenteranno. Per le illazioni fatte io non ho problemi a rispondere nel merito, sarò ben lieto di farlo”.