Mi faccia il piacere

Prodi ci prende per scemi

Romano Prodi

Matteo Salvini ha già deciso di non candidarsi. Giuseppe Conte neppure. Giorgia Meloni ci pensa seriamente, e forse lo farà. Elly Schlein è combattuta: vorrebbe presentarsi come capolista in tutte le circoscrizioni alle Europee di giugno, un po’ per tirare su i numeri ballerini del Pd un po’ per misurarsi (finalmente) con le urne, ma il partito rumoreggia. Tra questi, pure il Santo Patrono di Elly, Romano Prodi da Bologna.

L’ex premier la pensa così, testuale: “Candidarsi dove sai che non andrai”, cioè a Bruxelles visto che il ruolo è incompatibile con quello di deputato italiano, “svilisce la democrazia” oltre a creare un problema di alternanza uomo-donna. “La destra lo può fare, ma non un partito riformista e democratico”. Primo appunto: non si capisce bene cosa intenda con quel “la destra può farlo, la sinistra no”, come se a farsi beffe del sistema democratico elettorale fosse chi si presenta in più listini e non chi, come il Pd, per decenni governa con maggioranze raccogliticce e contrarie all’indicazione arrivata dagli elettori. Secondo: dovremmo quasi offenderci, perché qui il signor Romano Prodi ci piglia per scemi.

Pensare che candidare come capolista i leader di partito sia una mezza truffa verso gli elettori o “uno dei tanti passi indietro della democrazia” significa ritenere gli italiani mediamente incapaci di intendere e di volere. Cioè di capire che né Meloni né Schlein intendono veramente andare a Bruxelles. In un sistema elettorale pienamente proporzionale, Schlein e Meloni sarebbero lì a rappresentare le loro idee e quelle degli altri candidati. Come un manifesto elettorale. Il presidente del Consiglio, nella infuocata conferenza stampa di fine anno, l’ha detto chiaramente: “Misurarsi con il consenso è una cosa sempre utile e interessante”, ma soprattutto “non mi convince la tesi di chi dice che sarebbe una presa in giro dei cittadini, perché anche se dovrò dimettermi loro lo sanno bene”. Forse Prodi non lo comprende, ma gli elettori – ne siamo certi – sì. Basta metterlo in chiaro.

Giuseppe De Lorenzo, 12 gennaio 2023