Politica

Prodi ha paura della destra. E lancia “l’internazionale progressista”

L’ex premier ad un incontro con Stefano Bonaccini. La critica al Pd: “Perché non le ho ancora sentito proposte forti?”

Romano Prodi

Prodi ha paura. Nel senso politico del termine. Ha timore a tal punto di una possibile avanzata “delle destre” in Europa che ora lancia l’idea di una “internazionale progressista” che si contrapponga a quella “reazionaria” andata in scena a Madrid l’altro giorno. Insieme a Vox, anche Giorgia Meloni e Marine Le Pen.

L’ex premier ed ex presidente della Commissione europea era a Bologna a presentare un libro quando qualcuno gli ha fatto notare che, volenti o nolenti, Schlein o non Schlein, alle prossime elezioni dell’8 e 9 giugno si profila una avanzata delle famiglie politiche dei conservatori e degli identitari. Per semplicare: Meloni, Le Pen, Vox e Salvini. Per Prodi si tratta di una “convergenza di quelli che non vogliono l’Europa”, anche se i leader dei partiti conservatori hanno sempre spiegato di volere un’Ue diversa e non di volerla abbattere. Di volerla cambiare per trasformarla in un’Europa dei popoli e non dei burocrati. Fatto sta che l’ex premier vede chiaramente la nascita di un fronte dall’altro lato della barricata mentre non trova quella “convergenza” di quanti dicono: “vogliamo l’Europa”.

I sondaggi sono chiari. Al momento l’unica maggioranza che ha la certezza di poter votare il prossimo presidente della Commissione Europea è quella formata da popolari, socialisti e liberali. Ma saranno i numeri finali a dare contezza della portata dei seggi per le singole famiglie politiche. Senza contare che ieri, a Quarta Repubblica, Antonio Tajani ha spiegato chiaramente quale deve essere – secondo Forza Italia – il perimetro per la prossima Commissione: popolari, liberali e conservatori atlantisti, lasciando fuori Le Pen – certo – ma anche i socialisti con cui fino ad ora il Ppe ha governato. Prodi è convinto che “il cambiamento del mondo ci porta alla resa dei conti”, fa il tifo per l’abolizione del diritto di veto in Consiglio europeo e non sembra convinto che il Pd di Elly Schlein, di cui ha criticato la candidatura “spot”, possa affrontare la sfida contro Meloni&co. Infatti all’evento era con Stefano Bonaccini.

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