“Progetto 2025”, il piano di Trump per rivoluzionare gli Usa

Un documento di 920 pagine in cui si delineano i primi 180 giorni della futura amministrazione repubblicana

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Trump 2025

In attesa delle primarie nel New Hampshire del 23 gennaio, i repubblicani si preparano a governare l’America. Chiunque sarà il candidato, e molto probabilmente sarà Donald Trump, l’agenda repubblicana è spiegata in un importante documento che sta dividendo e allarmando l’opinione pubblica Usa. Si tratta del “Progetto 2025” (2025 Presidential Transition Project), il vero e proprio programma che Trump ed il partito repubblicano intendono attuare dopo l’insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio 2025. Espresso in un articolato documento di 920 pagine scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale projec2025.org, il progetto delinea i primi 180 giorni della futura amministrazione. Il documento conta 34 autori e 248 contributors, ed è costato 22 milioni di dollari.

Lo scopo è chiaro: riformare lo stato profondo americano in funzione conservatrice. Tutti ricorderanno che la prima amministrazione Trump fu squassata da decine di licenziamenti tra i membri del suo entourage, in particolar modo durante i primi due anni della sua amministrazione, che interessò anche i vertici più alti della sua squadra a partire dal primo segretario di Stato Rex Tillerson, poi James Mattis, Steve Bannon, John Bolton e tanti altri. Tutti silurati per essere stati d’intralcio agli obiettivi dell’agenda del Tycoon. Ma soprattutto, Trump ha sempre accusato lo stato profondo (il famigerato “deep state”) di essere un ostacolo all’azione di governo. La mastodontica macchina burocratica degli apparati statali Usa, con i suoi infiniti pesi e contrappesi, rende l’azione di governo estremamente lenta e difficoltosa, soprattutto per un presidente che, come Trump nel 2016, non aveva esperienza politica, e che quindi, insieme al suo gabinetto, si barcamenava a suon di licenziamenti e braccio di ferro con gli apparati amministrativi per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Succede così in tutte le democrazie del mondo (l’attuale governo italiano ne ha avuto esperienza nell’ultimo anno), e negli Stati Uniti furono proprio i Padri Fondatori a elaborare un sistema amministrativo complesso e farraginoso proprio per evitare che il potere si concentrasse nelle mani di pochi uomini. Per incidere anche solo minimamente sulle strutture federali ci vogliono anni di presidenza e anni di esperienza politica. Il Progetto 2025 va al nocciolo della questione, e nelle sue quasi mille pagine di analisi individua migliaia di posti cruciali all’interno di ogni settore degli apparati Usa su cui agire immediatamente. Se attuato, si tradurrebbe di un’azione di spoil system enorme ed efficientissima, dove, in circa sei mesi, migliaia di figure chiave verrebbero sostituite con persone scelte in precedenza, già preparate al lavoro da svolgere, e pronte all’azione appena insediate nei rispettivi uffici.

Il risultato sarebbe un enorme rafforzamento dei poteri dell’esecutivo che si troverebbe a governare una “macchina” non più ostile, ma assemblata a propria immagine e somiglianza. Il Progetto 2025 non si occupa solo di dettagli tecnici, ma delinea i temi principali dell’agenda conservatrice. Per quanto riguarda le questioni interne, c’è la volontà di riformare radicalmente la giustizia, stravolgere l’FBI, smantellare il Dipartimento per l’Istruzione ed il Commercio. Inoltre, c’è una forte stretta sull’aborto ed i diritti civili, e l’obiettivo di riavvicinare i ruoli della Chiesa cristiana e dello stato. La Heritage Foundation, che ha realizzato e finanziato il progetto, afferisce al ramo più tradizionale del conservatorismo americano, ben diverso da quello più “laico” di Nixon o Reagan, ed in linea con quell’idea di America dei pionieri del ‘700, riaffiorata all’inizio del 2000 con i Tea Party, che considera gli americani di origine europea come i discendenti di Israele, il nuovo popolo eletto che deve realizzare sulla terra il Regno di Dio.

Ma ancora più importante è il capitolo che riguarda l’estensione dei poteri del presidente. Questo dato è cruciale, perché impatta direttamente sull’Europa e l’Italia. Avendo meno ostacoli, Trump presidente potrebbe accelerare di molto la sua politica di disimpegno militare e di indebolimento della Nato, costringendo i paesi europei ad aumentare vertiginosamente i propri bilanci della difesa. Il Project 2025 è quindi uno strumento fondamentale per immaginare quale potrà essere la politica americana nei prossimi anni, ed i suoi risvolti in tutto il mondo. In testa in tutti i sondaggi in uno scontro con Biden, i repubblicani si preparano ad un’azione senza precedenti per rivoluzionare lo stato profondo americano, e se Trump sarà davvero il candidato come tutti pronosticano è certo che sarà molto meno gentile della prima volta.

Pietro Molteni, 21 gennaio 2024

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