Trump ha raccolto consenso su questioni culturali e identitarie che consuonano con quelle di molti americani. La crisi di fiducia verso le istituzioni e il desiderio di cambiare sistema hanno fatto sì che gli elettori non votassero solo in base all’efficienza percepita, ma anche per un senso di appartenenza e identità, che Trump ha saputo intercettare.
A mio parere Trump ha vinto perché ha saputo toccare sentimenti di frustrazione, paura e sfiducia verso le istituzioni che molte persone, soprattutto in aree più colpite da crisi economiche, provavano già da tempo. Ha sfruttato un linguaggio diretto, in grado di arrivare a persone che si sentivano escluse o poco rappresentate dalla politica tradizionale, puntando su un nazionalismo che prometteva di rimettere gli americani “al primo posto”.
Inoltre, ha abilmente utilizzato i social per diffondere messaggi mirati, sfruttando le debolezze del sistema mediatico e il crescente divario tra classi sociali. In questo un ruolo fondamentale lo ha ricoperto Elon Musk. E infine, gli americani si sono stancati di guerre sanguinose e della deriva distopica arcobalenosa con relativa disillusione verso alcune tendenze della società tipicamente dem.
Vittorio Sgarbi, 6 novembre 2024
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