Non c’è nessun mondo al contrario, c’è il mondo dritto, per dire furbetto, sul conformista egocentrico, di chi ha imparato a cavalcarlo: Fedez offre una canna al generale Vannacci che “ovviamente” rifiuta ma abbozza, non tuona, non sbarca come un parà dell’indignazione moralistica, i due al nuovo podcast (annunciato con largo anticipo e la potenza di una invasione militare) del rappettaro tubano, sembrano cocorite, avrebbe detto il Paròn Rocco. Vedi come ha subito imparato a stare al mondo, al contrario ma per il verso giusto, il generale che annusava i negri, pratica che ha deliziato le groupie facendo la fortuna del suo approssimativo manoscritto, propedeutico allo sbarco in politica: al nuovo programma del Fedez era leziosamente lusingato, come ha ammesso, dall’endorsement di cotanto personaggio, e pazienza se il sedicente comunicatore usa frequentare, vantandosene, i pendagli da forca di San Siro. Il militare tutto d’un pezzo si è già normalizzato o meglio è nato normalizzato grazie ad una meticolosa organizzazione mediatica, giornalistica che ne ha preparato la carriera istituzionale.
Vannacci è stato spinto dalla destra estrema e qualunquista che lo ha spedito trionfalmente in Europa a salvarci, non si è capito da che; lui ha provvisoriamente salvato Salvini, lasciandosi imbarcare ma con l’ambiguità di chi potrebbe sobillargli contro la plebe che non ne può più, signora mia, di tutti questi negri. A conti fatti, il mondo gira sempre dritto, Vannacci passa da una copertina a un servizio fotografico balneare a una trasmissione promozionale, in Europa vegeta, la Baronessa fa e disfa alla faccia di chi non la vota, il generale va al cospetto di Fedez, il provocatore d’ordine. Questo è un altro del teatrino italiano, un Pulcinella esemplare. Prima grillino, ricordate? Le cene, le pose coi di Battista, i di Maio, gli Scanzi, Travaglio che lo definiva l’unico autentico esegeta dell’art. 21 della Costituzione, a conferma che i simili si pigliano essendo della stessa densità, ignaro o noncurante il nostro Torquemada piemontese delle liaison con la criminalità organizzata da curva che spaventa il pm milanese Santoro. Poi è andata come è andata, Fedez scoppiato, il grillismo pure e adesso il rapper di Orietta Berti sembra puntare la lingua in direzione della Lega: vuoi che Salvini, col fiuto politico che lo contraddistingue, se lo lasci scappare dopo anni di insulti ricevuti?
Fedez e Vannacci: che accoppiata storica, che mondo di dritti! La sala d’aspetto per questo genere di alchimie sarebbe la Zanzara del mio amico Cruciani, uno che libertariamente non si fa problemi e ancora meno scrupoli; e io lo so che a leggere queste righe molte groupie, di questo e di quello, s’incazzeranno, ma non potete pretendere da me il racconto delle sole buffonate dei compagni: ci stanno pure i compari e stanno nello stesso giro tra l’affaristico e il narcisistico che garantisticamente li tiene tutti nel presepe napoletano. Perché non è mai per soldi: è sempre per soldi, come diceva quell’impresario di pugilato. Fedez, che si ritiene un comunicatore, qualsiasi cosa voglia dire, è riuscito a sbagliarle tutte peggio della ex moglie, che è tutto dire. In un solo anno ha infilato tanti di quegli sfondoni che se uno va a riprendere i nostri articoli in merito, ne esce una enciclopedia del come non tenersi, roba di un avvilente… Per rifarsi la faccia ha ottenuto dall’officiante lampadato di tornare a Sanremo con una filastrocca melensa sui suoi guai, dopodiché uscirà per Mondadori un libro in tema che si vuole scritto dalla banda Corona. Questi sarebbero i ribelli. E il general grafomane gli dà una mano, gli regge l’avanspettacolo, gradisce una canna? Grazie, ho già cenato.
Ed è tutto quello che conta, il resto è il solito parlar di sé per parlar del nulla, fra putinismo velato, rigorismo stradale, perché una lisciatina al ministro ci vuole, salva sempre l’enfasi sui sani principi, che non ci sono ma alle groupie basta evocarli, conditi con l’olietto dell’aneddoto frocetto ma subito rientrato, “ah, hai dormito con Cruciani, ma come è stato? Ah, perché russa?”. Russare, russa di più il generale. Non ha imbarazzo ad ascoltare, a commentare il bofonchiare di un collezionista di condanne senza talento, certo Simba la Rue? Ma no, siamo uomini di mondo, al contrario, abbiamo fatto i parà nelle zone calde. E guardalo adesso, la felpetta giovanilistica al posto della mimetica, a rifiutare educatamente canne. Quelle che odore anno, generale? Ma un merito c’è, oggi il giornalismo si fa così, “è questa roba qua”, direbbe Spalletti, e peggio per chi non ci trova niente. Difatti la formula podcast la praticano tutti. Costa niente, manco la fatica di prepararsi, rende molto perché è tutta pubblicità, autopubblicità, autopromozione, come i pandori di Ferragni, non più Ferragnez.
Bravi bravissimi, tanto è sempre per soldi. Magari questo partito di ultradestra alla fine Vannacci lo fa sul serio, e Fedez, il compagno Fedez, il grillino Fedez, ci si iscrive. Non siamo abituati a tutto e al suo contrario, al grido solo i coglioni non cambiano mai idea? Quanti saranno i narcisetti di destra a farsi invitare dal signor Lucia, dopo il terribile parà che doveva raddrizzare il mondo? A dire che non c’è nessun contrario e non c’è nessuna distinzione, ci sono solo tanti dritti eticamente fluidi, che puntano al soldo e non hanno ritegno nel fare l’opposto di quello che dicono: al contrario sono loro, non il mondo, che è il loro palcoscenico ma non come diceva Goffman (e chi cazzo è?, commenterebbe Fedez, ma anche il Vannacci dalle 6 lauree). Scusate, io sarò anche un rompicoglioni invidioso dei soldi dei famosi, come mi accusano comunisti e fascisti, ma qualcuno sa spiegarmi su questo palcoscenico la differenza tra Ilaria Salis, Vannacci e Fedez?
Max Del Papa, 9 dicembre 2024
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