In difesa dei diritti umani nel tempo dell’emergenza pandemica scende in campo anche Amnesty International, un movimento globale che da molti anni si batte per la tutela della libertà, della giustizia sociale e la salvaguardia della dignità umana in tutto il mondo. È importante evidenziare che Amnesty International lanciò una campagna dal titolo campagna “100 Day Countdown: 2 miliardi di vaccini ora!” per chiedere agli Stati e alle aziende farmaceutiche di garantire un accesso equo ai vaccini Covid-19 in modo che almeno il 40% delle persone nei paesi a basso e medio reddito potesse essere vaccinato entro la fine del 2021, ma Amnesty International non sostiene i mandati di vaccinazione obbligatoria generalizzati ed esorta gli stati a considerare qualsiasi requisito di vaccinazione obbligatoria solo come ultima risorsa e comunque strettamente in linea con gli standard internazionali sui diritti umani.
Amnesty International critica il green pass
Per quanto riguarda il Green Pass rafforzato recentemente approvato, Amnesty International sul suo sito ufficiale scrive: “Deve trattarsi di un dispositivo limitato nel tempo e il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati. In ogni caso, Amnesty International Italia chiede che siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni. Un altro diritto fondamentale che deve essere protetto è il diritto di manifestazione pacifica. Anche se ad oggi non ne risulta un’effettiva compressione a seguito della direttiva della ministra dell’Interno del novembre 2021, Amnesty International Italia continuerà a rivendicare il diritto a manifestare pacificamente forme di dissenso e a garantire il diritto di cronaca degli operatori e delle operatrici dell’informazione, denunciando ogni atto di aggressione o violenza ingiustificata nei loro confronti”.