“In termini di politiche fiscali, negli ultimi anni è invalso il riferimento al paradigma del ‘tax shifting’, che consiste nell’ipotizzare (o nell’attuare) un trasferimento dell’imposizione fiscale dai fattori produttivi al patrimonio immobiliare. Sia l’OCSE che la Commissione Europea raccomandano, quasi annualmente, tali interventi ai Paesi membri, sebbene il convincimento che tale spostamento del carico fiscale abbia effetti benefici sull’economia e sulla crescita appare più teorico che fondato su effettivi rilievi di causa-effetto. D’altronde, la complessità delle dinamiche relative allo sviluppo (o alle recessioni) delle economie nazionali probabilmente non consente delle analisi esaustive sull’argomento, al di là della tetragonicità di alcune affermazioni”.
Traduciamo per noi del popolo? Ecco: la teoria secondo la quale le tasse sugli immobili farebbero bene alla crescita è una bufala. Chi ha scritto questo testo? La Confedilizia, per difendere le ragioni dei proprietari di casa? No, l’Agenzia delle entrate su una sua rivista scientifica, Territorio Italia, in un numero pubblicato proprio nei giorni in cui la professoressa Elsa Fornero, Ministro del lavoro nel Governo Monti – quello che ha triplicato la tassazione patrimoniale sugli immobili – proponeva su La Stampa nientedimeno che… una patrimoniale sugli immobili con un articolo significativamente intitolato “Perché la patrimoniale serve alla crescita”.
In effetti, ancora pochi mesi fa – nel suo rapporto “Economic Policy Reforms 2023: Going for Growth” – l’OCSE così scriveva: “Tax systems could also be made more growth- and equity-friendly, by shifting the tax burden towards immovable property, broadening the tax base, and reducing the fragmentation of the tax system”. Cioè a dire: I sistemi tributari potrebbero anche essere resi più favorevoli alla crescita e all’equità, spostando il carico fiscale verso la proprietà immobiliare, ampliando la base imponibile e riducendo la frammentazione.
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Non solo. Proprio oggi, 22 gennaio, l’OCSE ha diffuso il suo periodico Economic Survey sull’Italia e che cosa ha scritto, tanto per cambiare? Che occorre “spostare l’imposizione dal lavoro ai beni immobili e alle successioni” e che “lo spostamento dell’imposizione dal lavoro alle successioni e ai beni immobili renderebbe il mix fiscale più favorevole alla crescita, consentendo al contempo di incrementare le entrate”.
Ma siamo fiduciosi, gutta cavat lapidem. La cantilena delle tasse sugli immobili favorevoli alla crescita, ripetuta mille volte e quindi presentata come verità (non solo dall’OCSE e dalla UE, anche dal FMI), viene smontata persino dall’Agenzia delle entrate. Che si avvicini l’ora del rinsavimento? Chissà. Nel frattempo, gli italiani continuano a pagare ogni anno la patrimoniale monstre sul mattone.
Giorgio Spaziani Testa, 22 gennaio 2024
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