Pure Mattarella liquida i debunker: “No ai certificatori di news”

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Il bello della nostra Costituzione è certamente la sua capacità di garantire il libero pensiero come evidenzia il suo art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. In occasione dei 70 anni dell’Uspi, Unione stampa periodica italiana, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che “la autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e deontologia di ciascun giornalista” e che sarebbe “fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”.

In questo evento che riunisce oltre mille testate periodiche, troviamo nelle parole del Capo dello Stato il richiamo al diritto fondamentale di essere informati ed in particolare la valorizzazione della deontologia come garanzia di autenticità e la presa di distanza sul controllo da parte di terzi sull’informazione. “Il Convegno promosso per celebrare la nascita dell’USPI, avvenuta nel 1953, gli anni della costruzione dell’Italia repubblicana, – conclude Mattarella rivolgendosi al segretario Uspi Francesco Saverio Vetere – potrà rappresentare, nel 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della nostra Costituzione, l’occasione più proficua per affrontare con rinnovata fiducia le nuove sfide, avendo come faro la corretta informazione basata sul rispetto reciproco e sulla affermazione dei diritti della persona e delle comunità, valori su cui si fonda la nostra convivenza civile. Auguri di buon lavoro a tutti i partecipanti al Convegno”, conclude.

Per approfondire

L’analisi del Presidente della Repubblica è condivisibile, soprattutto in un tempo in cui in nome della guerra alle fake news c’è chi lavora per limitare la libertà di espressione altrui. Debunker, cacciatori di presunte bufale, guardiani delle news e via dicendo: il pluralismo dell’informazione è importante, così come la sua accuratezza, ma non si può delegare a nessuno il “controllo” sui flussi informativi. Dice bene il Capo dello Stato: tutto sta alla deontologia dei giornalisti, all’attenzione del lettore, ma affidare a una società esterna (o padroni dei social network) il potere di scegliere cosa è giusto leggere e cosa no rischia di trasformarsi in un incubo orwelliano. Perché all’inferno si scende a piccoli passi: si parte dall’etichettare come “fuorviante” una notizia considerata “falsa” e si arriva a censurare la libera espressione delle idee. Niente di più pericoloso.

Carlo Toto, 19 giugno 2023

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