Al momento c’è un solo capo del governo nella Ue e nella Nato che sta cercando di bloccare un processo molto pericoloso: Viktor Orbàn. E che cosa si vuol fare: metterlo sotto processo. Orbàn è stato sin dall’inizio contro questa guerra, ma ora che il pericolo si fa sempre più grande meriterebbe non di essere processato, ma di essere seriamente ascoltato.
Questa guerra, senza l‘inizio di un serio processo di pace è destinata a frantumare ulteriormente l‘Ucraina. Chi pensa che una trattativa possa iniziare solo partendo dal fatto che ci sia un ritiro dai territori occupati sta facendo della propaganda, perché è evidente che la Russia non tornerà mai indietro, anzi andrà con calma avanti e conquisterà nuovi territori. Questi mesi estivi lo proveranno.
Realisticamente la continuazione di questa guerra non è nell‘ interesse dell’Ucraina che verrà lentamente ma inesorabilmente distrutta. Il rischio di una politica aggressiva della Nato contro la Russia avrà inoltre esiti devastanti in Europa. Si parla di ripresa della “guerra fredda” ma la guerra potrebbe presto diventare molto calda. Il contesto della guerra fredda prevedeva due blocchi contrapposti ma ora siamo in presenza di un contesto multipolare e Usa e Ue contro Russia e Cina (e in più con Iran e India), implicherebbe una terza guerra mondiale anche con l’uso di bombe atomiche, più devastante di qualsiasi guerra mai vista sulla terra.
È questo che vogliamo? Il tutto, non dimentichiamolo, è cominciato con la richiesta di autonomia del Donbass. E poteva finire lì, riconoscendo quell’autonomia, se l’anglosfera non avesse deciso di “dare una lezione alla Russia”. Orban è la sabbia all’interno di un meccanismo che vuole portarci alla distruzione. Meriterebbe tutto il sostegno dei popolo europei, visto che i governi europei stanno dimostrando tutta la loro pochezza, tutto il loro servilismo. E comunque non dimentichiamolo, Orbàn non è completamente solo in Europa. Il nuovo raggruppamento sovranista da lui lanciato è la terza forza politica nel parlamento europeo.
Paolo Becchi, 11 luglio 2024
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