L’acciaieria Azovstal, a Mariupol, è stata ripetutamente bombardata dall’esercito russo. Vladimir Putin ha annullato l’operazione d’assalto all’acciaieria di Azovstal a Mariupol, indicando la necessità di salvare le vite delle truppe. Questo è quanto riporta l’agenzia di stampa “Tass”. Ancora poche le notizie sulla vicenda, Interfax aggiunge che Putin ha garantito ai soldati che si arrenderanno la vita risparmiata.
Putin, secondo le notizie giunte dalle fonti russe, ha definito inopportuno l’assalto alla zona industriale dell’acciaieria di Azovstal a Mariupol e ha ordinato di annullarlo: «Questo è il caso in cui dobbiamo pensare (cioè dobbiamo sempre pensarci, ma ancora di più in questo caso) a preservare la vita dei nostri soldati e ufficiali. Non c’è bisogno di arrampicarsi in questa catacomba e strisciare sottoterra lungo queste strutture industriali». Comunque, per Putin, la presa della città è stata «un successo», secondo quanto riferisce la “Tass”. Il Ministro della difesa della Federazione Russa nel corso di un incontro con lo Zar ha detto che serviranno ancora tre o quattro giorni per prendere l’acciaieria. Smentendo così il leader ceceno Kadyrov, che aveva previsto la caduta della fabbrica entro oggi pomeriggio ed ha anche aggiunto che i corridoi assicurati ai civili nell’acciaieria non sono stati utilizzati: «Negli ultimi due giorni, abbiamo seguito i suoi ordini e dichiarato una tregua tra le 14 e le 16, tutte le ostilità sono cessate e sono stati aperti corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili che potevano essere presenti sul terreno di Azovstal. Nessuno è uscito da Azovstal. Altri civili, più di 100 persone, sono riusciti a partire».
Ma perché la Russia vuole Azvostal? Perché, come spiega oggi “Repubblica”, Azovstal è fondamentale nella catena di produzione industriale dell’Ucraina. La fabbrica è gemellata con l’impianto di produzione di carbon coke metallurgico di Adviivka: il combustibile prodotto serve proprio ad alimentare gli altoforni di Mariupol. Entrambe le fabbriche sono di proprietà dell’oligarca ucraino Rinat Akhmetov. E, a differenza di quello che si racconta, i russi cercano di non colpirla perché non vogliono distruggere un impianto strategico. Le industrie pesanti sulla costa, spiega Daniele Raineri, si trovano in una posizione ideale e serviranno a far ripartire l’economia dopo la guerra. Per questo i russi gli danno tutta questa importanza.
Secondo il generale Marco Bertolini, ex comandante del Centro Operativo Interforze, della Brigata Folgore e del Col Moschin: «La resistenza ha buon gioco a tenere duro perché un’acciaieria è un ambiente compartimentato, che consente a chi si difende di organizzarsi bene. Poi ci sono ampie zone sotterranee ed è difficile venirne a capo». Il generale fa sapere però anche che i russi probabilmente non usano tutte le loro armi per non fare una carneficina visto che gli occhi del mondo sono tutti su Mariupol, ma prima o poi Zelensky dovrà prendere atto dell’impossibilità di continuare la resistenza.
Bartolini sottolinea che i corridoi umanitari come quello aperto ieri servono per i civili, i militari hanno soltanto due alternative davanti: combattere aprendosi la strada con le armi o arrendersi. «La resa dà garanzie al soldato negli eserciti moderni e regolari, è un istituto previsto e normato dal diritto internazionale bellico. E i russi hanno interesse a non creare situazioni da ritorcere contro di loro. Non vorranno passare per orchi. Diverso il caso delle formazioni irregolari, che operano fuori dal diritto internazionale e non rispondono a catene gerarchiche precise», conclude.
Mentre la guerra produce sempre più distruzione e morte, Papa Francesco pochi giorni fa lancia un appello per la pace immediata: “Basta mostrare i muscoli mentre la gente soffre”.
Carlo Toto, 21 aprile 2022