Golpe, attentati, malattie, lotte di potere. A partire dallo scoppio della guerra in Ucraina, i mass media occidentali hanno discusso a lungo della figura di Vladimir Putin, delle sue condizioni e delle scelte che stavano alla base dell’inizio di una “operazione speciale” su larga scala. Tra le prime ipotesi ventilate, ci fu – come ben ricorderete – il Parkinson, poi un tumore al sangue, il cancro al pancreas ed infine pure la sindrome di Cushing.
Poche settimane fa, era lo stesso presidente ucraino a confessare di non sapere se Putin fosse ancora vivo, causando però l’immediata risposta del Cremlino: “Zelensky preferirebbe che non esistesse né la Russia, né Putin”. Sia l’una, che l’altra”, affermò il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Ora, però, nuovi dubbi arrivano direttamente dalle parole dell’ex speechwriter di Putin, Abbas Gallyamov.
Durante un’intervista alla Cnn, infatti, l’analista politico ha ventilato uno scenario preoccupante per il leader della Russia: la possibilità che possa verificarsi un colpo di Stato nei prossimi dodici mesi. E Gallyamov lo ammette senza se e senza ma: ”In questo momento, penso che un colpo di stato militare possa essere possibile”, ha affermato chiaro e tondo all’emittente americana.
Per approfondire:
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Le ragioni sarebbero essenzialmente due. Da una parte, il prolungarsi della guerra in Ucraina, che ha posto il leader del Cremlino in una complessa posizione, dal quale non sembra poterne uscire nel breve termine. Infatti, mai come ora, la guerra in Ucraina si trova in una posizione di stallo, dove Kiev non è intenzionata in alcun modo a presentare per prima concessioni, e la Russia non vuole sentire parlare di trattativa o pace, se non alle sue condizioni minime (riconoscimento, da parte del governo Zelensky, della Crimea e del Donabss).
A ciò, si aggiungono le recenti rivelazioni dell’ex primo ministro britannico, Boris Johnson, il quale ha parlato di una vera e propria minaccia di Putin, durante il tentativo dell’ex leader Tory di dissuaderlo dall’invadere l’Ucraina. La risposta dell’ex membro Kgb sarebbe stata un’intimidazione su un lancio di missili sul territorio del Regno Unito.
Dall’altra parte, secondo l’ex speechwriter di Putin, sarebbe l’economia a giocare un ruolo decisivo. Ad oggi, la Federazione ha perso “solo” poco più del 2 per cento del proprio Pil, una percentuale che ha sbugiardato gli scenari catastrofici sia degli analisti occidentali, che di quelli russi, i quali avevano previsto una contrazione a doppia cifra del Pil di Mosca. Eppure, per Gallyamov, saranno rilevanti gli effetti a medio-lungo termine delle sanzioni applicate dall’alleanza atlantica. E questo potrebbe agire da vero detonatore della popolazione russa: “L’economia sta peggiorando, la guerra è persa. I russi si risponderanno da soli”, ha concluso l’analista politico.
Matteo Milanesi, 31 gennaio 2023